Monitoraggio Gimbe, Veneto a un passo dalla zona gialla. A Verona 235 nuovi casi per 100mila abitanti

Il monitoraggio Gimbe: casi in aumento per la settima settimana di fila.

Casi in continuo aumento per la settima settimana di fila, + 30,6% in Veneto (contro il + 38,4% della scorsa settimana, la media nazionale è + 22,4%) nella settimana dall’1 al 7 dicembre, e ospedali che in Veneto si avvicinano alla soglia della zona gialla. Anzi, nel caso delle terapie intensive l’hanno già superata: 12% occupate, soglia al 10%, mentre in area non critica, con soglia fissata al 15%, ci si ferma al 12%. Non solo, ma per quel che riguarda i casi attualmente positivi per 100mila abitanti il Veneto con i suoi 833 è secondo solo alla provincia autonoma di Bolzano, che ne ha 1.176.

A livello nazionale il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 1-7 dicembre, rispetto alla precedente, un aumento di nuovi casi (105.771 vs 86.412) e decessi (558 vs 498). Crescono anche i casi attualmente positivi (240.894 vs 194.270), le persone in isolamento domiciliare (234.040 vs 188.360), i ricoveri con sintomi (6.078 vs 5.227) e le terapie intensive (776 vs 683).

“Da 7 settimane – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni più che sestuplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 15.110 il 7 dicembre”. Il netto aumento della circolazione virale è documentato dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 19,6%), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 8%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,54%).

Nuovi casi per 100mila abitanti.

In tutte le Regioni tranne Molise e Valle D’Aosta si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dall’1,8% delle Marche al 50,3% dell’Umbria. Il Veneto fa registrare un +30,6%. In 52 Province, Verona compresa, l’incidenza è pari o superiore a 150 casi per 100.mila abitanti. Verona ne registra 235, e rimane quella messa meno peggio in Veneto, considerato che la peggiore, Treviso, ha 467 casi per 100mila abitanti.

Ospedali.

“Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – si rileva un ulteriore incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +16,3% in area medica e +13,6% in terapia intensiva”. A livello nazionale, al 7 dicembre il tasso di occupazione è del 10% in area medica e del 9% in area critica, con notevoli differenze regionali: le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (16% area medica e 11% area critica), Friuli-Venezia Giulia (24% area medica e 16% area critica) e Provincia Autonoma di Bolzano (20% area medica e 17% area critica).

“Rispetto allo scorso autunno – spiega però Cartabellotta – la percentuale di pazienti che necessita di ricovero ospedaliero sul totale dei positivi si è dimezzata grazie alla protezione del ciclo vaccinale primario nei confronti delle forme severe di malattia. Inoltre, a fronte di un numero di tamponi pressoché costante, è verosimile che la riduzione della percentuale dei pazienti ospedalizzati nelle ultime settimane sia correlata al progressivo incremento delle terze dosi somministrate, che riportano l’efficacia a valori più elevati”.

Vaccini.

Quanto ai vaccini, nella settimana 29 novembre-5 dicembre il numero dei nuovi vaccinati è salito a 223.116 (+31,7%) rispetto ai 169.397 della settimana precedente. Sono tuttavia ancora 6,6 milioni le persone senza nemmeno una dose, di cui preoccupano da un lato 2,51 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione, dall’altro 1,09 milioni nella fascia 12-19 anni che aumentano la circolazione del virus nelle scuole.

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