Tredici detenute del carcere di Montorio si diplomano “gelataie”

Soroptimist Club di Verona ha consegnato a 13 donne ristrette della casa circondariale di Montorio il diploma di “gelataie”.

Tredici detenute del carcere di Montorio si sono diplomate “gelataie”. L’arte del gelato all’italiana può essere una chiave di volta per ripensare il proprio progetto di vita, anche se si sta affrontando la detenzione in carcere. Questa è la scommessa su cui ha investito il progetto nazionale di Soroptimist International  Si sostiene in carcere”, che promuove percorsi formativi al lavoro per le donne ristrette e, grazie al protocollo d’intesa sottoscritto dal 2017 con il Dipartimento dell‘amministrazione penitenziaria del Ministero di Giustizia, ha formato in questi anni più di mille detenute nei più vari ambiti professionali, tra questi anche quello dell’arte del gelato

La scorsa settimana infatti Soroptimist Club di Verona, dopo un corso intensivo in gelateria artigianale, ha consegnato a 13 donne ristrette della casa circondariale di Montorio il diploma di “gelataie”. L’iniziativa è resa possibile dalla collaborazione con Fabbri 1905, azienda leader nel settore della gelateria artigianale, che ha condiviso gli obiettivi di Soroptimist International Italia fin dal 2017 e ha messo a disposizione la sua scuola Fabbri Master Class, grazie alla quale sono state formate ad oggi più di cento detenute in tutta Italia.

L’accordo è stato rinnovato lo scorso gennaio con l’obiettivo di estendersi in ben otto case circondariali, tra cui quella di Montorio, e di formare 80 destinatarie. Sono 15 i club territoriali Soroptimist coinvolti nel supporto dell’iniziativa, incaricati sul piano logistico e con la donazione di una macchina gelatiera a ogni istituto penitenziario, mentre Fabbri 1905 offre la formazione teorico-pratica tenuta dalla maestra gelatiera Rosa Pinasco, titolare di una gelateria di Genova e formatrice della scuola professionale internazionale Fabbri Masterclass.  

Un centinaio le donne che hanno partecipati ai corsi.

“I corsi in questi anni hanno coinvolto un centinaio di donne ristrette, anche madri con minori, danno loro l’opportunità di imparare un mestiere e poter già produrre il gelato anche per i pasti dell’istituto e nelle occasioni di socialità, negli incontri con le famiglie e con i figli”, dichiara Paola Pizzaferri, referente nazionale del progetto di empowerment femminile “Si sostiene in carcere”. “Inoltre questo percorso amplia le possibilità di avere un lavoro esterno una volta terminata la pena, grazie a un attestato rilasciato da Fabbri 1905, altamente qualificato e spendibile nel mondo della ristorazione e della gelateria, settore in crescita e aperto anche ad assunzioni stagionali”. 

Il progetto nazionale, iniziato lo scorso febbraio alla Casa circondariale Verziano di Brescia, a marzo è stato proposto alle detenute del carcere di Vercelli, seguito ad aprile dalla Casa circondariale di Modena. Dopo la tappa veronese, tenutasi dal 12 al 14 maggio in modalità intensiva, il percorso formativo proseguirà quindi a giugno e luglio nelle strutture carcerarie di Pisa e Torino, per riprendere poi a settembre a Firenze e concludere, a ottobre, a Forlì.

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