Grande successo per i 20 anni di Tocatì: 150mila persone aspettando l’Unesco

Tocatì, incontro di culture con ospiti d’onore provenienti da 12 Paesi diversi. Iscrizione ad Unesco prevista per dicembre.

Si è conclusa domenica 18 settembre 2022 a Verona la ventesima edizione di Tocatì, Festival internazionale dei giochi in strada. Un’edizione totalmente in presenza dopo le precedenti parzialmente in streaming causa restrizioni. Il pubblico di Tocatì ha potuto incontrarsi nuovamente in piazza, ritrovando il piacere di stare insieme e di condividere spazi della città di Verona poco vissuti durante questi due anni di pandemia, restituiti in questa ventesima edizione a 15 giochi internazionali, già ospiti del festival nel corso delle scorse edizioni, che hanno riportato a Tocatì l’incontro tra culture tramite il gioco.

Un viaggio nel tempo e un’occasione di incontro tra le diverse culture degli ospiti d’onore che dal 2003 sono state presenti a Tocatì, provenienti dai territori di Belgio, Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Iran, Messico, Scozia, Slovenia, Spagna, Svizzera e Ungheria. Nonostante la pioggia, sono state circa 150 mila persone che hanno preso parte al Festival nei giorni della manifestazione.

Tocatì, programma è attualmente in candidatura per l’iscrizione nel Registro delle buone pratiche per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale Unesco. Il dossier è stato preso in carico dall’Organo di valutazione e l’attesa iscrizione è prevista per il mese di dicembre 2022.

I giochi internazionali proposti.

Le piazze sono tornate a colorarsi con Le Bûcheron, proveniente dalla Francia del Sud, ispirato alla figura degli “Aizkolaris”, uomini legati al lavoro nei boschi, e per le affascinanti Karikàs Ostor, le fruste ungheresi con cui si sfidano in agilità i csikòs, i frustatori della Pustza dei Baranta Traditional Hungarian Martial Arts. Piazza Erbe ha ospitato un alternarsi di lotte tradizionali: la Lotta unta di Sohos, simile alla lotta libera, dove i contendenti si sono sfidati con il corpo unto di olio d’oliva, proposta dalla Grecia, e il Gouren, la lotta tradizionale bretone.

Successo di pubblico per il gioco belga Popinjay, un tiro con l’arco verticale, il cui scopo è far cadere dei volatili di legno dai loro trespoli disposti in cima a un palo alto 27 mt e il Salto del pastor canario, pratica dei pastori che erano soliti spostarsi con salti spettacolari grazie a un’asta appuntita lungo gli scoscesi pendii dei territori vulcanici.

La pratica spirituale che unisce atletica, danza e rito religioso, lo Zurkhaneh iraniano che ha incantato il Teatro Romano, mentre i giocatori del Ba’ Game scozzese, gioco tradizionale che prevede che i giocatori divisi in Uppies and Doonies si sfidino per portare la palla in punti predeterminati che permettono di fare un “hail “punto, hanno coinvolto tutti con la loro energia. Piazza Nogara, infine, ha ospitato i giochi di ribattuta: Ligrin, (Cipro) e Pandolo (Slovenia).

Musica, enogastronomia e momenti di riflessione.

Non sono mancati come da tradizione, i momenti dedicati alla riflessione e al dialogo. Il Bastione delle Maddalene ha ospitato il Simposio internazionale “Tocatì, un patrimonio condiviso – Patrimonio vivente e turismo, le sfide della sostenibilità”, alla sua settima edizione.

Tra le novità l’organizzazione, per la prima volta al Festival, dell’assemblea annuale dell’Associazione europea giochi e sport tradizionali (AEJeST) di cui AGA fa parte dal 2007. Presenti a Verona i rappresentanti di 90 organizzazioni europee, che contano complessivamente circa 700.000 iscritti a federazioni e organizzazioni sportive, associazioni culturali, musei e università che si impegnano nella salvaguardia del Gioco e sport tradizionale.

Scrittori e scrittrici, illustratrici, microbiologhe, giuriste e personalità del mondo dello spettacolo hanno raccontato il tema del gioco con varie sfaccettature. Anche lo spazio bambini, con proposte ludiche che partivano dai piccolissimi, si è confermato meta gettonatissima. Come nelle precedenti edizioni grande affluenza all’Osteria del gioco, uno spazio appositamente aperto nei giorni del festival, dove è stato possibile degustare i vini de specialità gastronomiche da aziende agricole del territorio. Ai Giardini Plinio Codognato – Lungadige San Giorgio, le tre serate di Suoni lungo l’Adige: danze e musiche della tradizione hanno accompagnato il pubblico a incontrare le culture dei Paesi ospiti d’onore di questa edizione.

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