La stagione lirica ha rilanciato il turismo a Verona: “Ma le ferite della pandemia sono ancora aperte”

Con la stagione lirica alberghi e ristoranti sono tornati a riempirsi.

Ieri, lunedì 27 settembre, era la Giornata dedicata al turismo. Ma che fine ha fatto il turismo a Verona? Sono davvero ritornati i turisti? A queste domande, qualche giorno fa, ha provato a rispondere Confcommercio Verona, anche alla luce dei risultati della stagione lirica edizione 2021. E una cosa è emersa: l’indotto garantito dal 98° Arena di Verona Opera Festival ha rimesso in moto il turismo veronese: “Un successo frutto del gioco di squadra di istituzioni e imprese”, ha detto il presidente Paolo Arena. E del resto i numeri della stagione lirica areniana parlano di 43 serate con 30 sold-out, per un totale di 193.904 biglietti venduti e un incasso di 15.298.659 euro con un aumento delle vendite su web persino sul 2019, ultimo anno pre-pandemia; cresce anche il numero delle persone che hanno visto i  contenuti sui social e sul sito web con 3,6 mln di euro di biglietti venduti attraverso le campagne social.

Chiude con 30 sold out il Festival lirico: tutti i numeri dell’edizione 2021.

“Grazie al Festival lirico, l’estate ha consentito una ripresa del volume di affari dei pubblici esercizi, dai ristoranti ai bar, dalle gelaterie alle pasticcerie, che hanno beneficiato anche della ripartenza del settore ricettivo della città e dalle escursioni dal vicino lago di Garda”, il commento del presidente di Fipe-Confcommercio Verona Paolo Artelio. “Il nostro settore però, interessato e penalizzato fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria dai provvedimenti governativi anti-Covid, è ancora in stato di sofferenza. Ma il 98° Arena di Verona Opera Festival ha avuto l’effetto di un carburante nei motori delle imprese, da troppo tempo fermi e imballati”.

Federalberghi Verona, rappresentata dal vicepresidente Alessandro Tapparini e dal consigliere Gianni Zenatello ha esposto i dati rilevati da Cooperativa Albergatori Veronesi-VeronaBooking presieduta dallo stesso Tapparini: in centro storico l’occupazione media delle camere ha toccato nel periodo del Festival (22 giugno-4 settembre) il 66,4% contro il 31,3% del 2020 e l’81,9% del 2019 “a dimostrazione dell’importanza strategica della Stagione Areniana”; in ripresa sul 2020 anche le tariffe medie che restano comunque al di sotto di quelle del pre-Covid.

Importante anche l’analisi delle provenienze che mostra il forte incremento estero: gli ospiti italiani sono stati il 44,8% con un calo di quasi 25 punti sul 2020 e una concentrazione a inizio e fine stagione lirica; crescono invece sul 2020 le presenze tedesche (13,6%, +5%% sullo scorso anno), da Francia (3,8%, +0,8%), Paesi Bassi (3%, vale a dire +1,5), Svizzera (3%, +1,2%) e Austria (2,6%, +1%). “Mancano all’appello la clientela russa e quella britannica a causa delle restrizioni agli ingressi in Italia”, hanno fatto presente Tapparini e Zenatello. Tra le new entry nelle provenienza la Serbia mentre i clienti statunitensi stanno raggiungendo i livelli di presenze pre-Covid.

In leggera ascesa sul 2020 anche la durata del soggiorno medio: “Va peraltro sottolineato che ben il 50% delle prenotazioni sono arrivate negli ultimi 7 giorni rispetto alla data di arrivo del turista e circa un 22% con preavviso da 7 a 30 giorni; oltre il 70% delle prenotazioni sono state quindi last minute”, il commento di Federalberghi Verona. “Ciò riduce enormemente la possibilità per gli hotel di organizzarsi al meglio con l’ottimizzazione delle tariffe, gli approvvigionamenti degli alimentari più deperibili e i turni delle risorse interne come lo staff della reception, delle pulizie. La qualità alberghiera, comunque, non è venuta meno ma ciò è costato sforzi colossali”.

Zenatello ha puntualizzato che “questi dati fanno pensare a una ripartenza ma vanno contestualizzati e ragionati in un lasso di tempo annuale: Verona vive di un turismo di 12 mesi e non stagionale grazie alla forte presenza del comparto business e agli investimenti intrapresi negli ultimi anni per destagionalizzare. Di conseguenza, il nostro turismo nel 2021 risente di sei mesi a dato zero cui sono seguiti poco più di due mesi con buoni risultati che speriamo vengano ora confermati alla fine dell’anno grazie agli eventi e alle rassegne fieristiche in programma sul territorio. Verona, in sostanza, vive di diversi turismi. E le ferite causate dall’emergenza sanitaria, come per tutte le città d’arte, sono ancora aperte””.

“L’estate ha dato sollievo e assicurato una iniezione di fiducia alle imprese del terziario di mercato di Verona e provincia – ha detto il Dg di Confcommercio Verona Nicola Dal Dosso – ma questi sono dati congiunturali che dovranno essere confermati dall’autunno e dall’inverno, sperando non ci siano ulteriori stop and go causati dalla pandemia. Confidiamo si definisca al più presto una linea d’azione legata al green pass che non penalizzi ulteriormente commercio, turismo e servizi”.

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