Verona, il flop del nuovo Sistema informatico ospedaliero: “Mesi di ritardi e disagi”

La denuncia: “Tecnologia lenta e inadeguata. La Giunta regionale faccia luce sul nuovo sistema informatico ospedaliero di Verona”.

Dopo mesi disfunzioni e ritardi, il nuovo Sistema informatico ospedaliero di Verona continua a suscitare numerosi disagi a utenti e addetti al lavoro: la protesta questa volta arriva da Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo Il Veneto che vogliamo, che aggiunge:

Scorrendo il capitolo ‘Regione & informatica’, oggi avremmo preferito avere un software per le aziende sanitarie che funzioni e non faccia ammattire gli utenti, invece di una manciata di contenuti promozionali sui social.

In luogo dei ‘creators’, avremmo preferito che i rodati riflettori del Balbi si accendessero sulle reiterate e prolungate problematiche del Sio, il nuovo Sistema informatico ospedaliero che a Verona, da quando è stato introdotto, ha causato ritardi e disfunzioni continue nell’erogazione delle prestazioni, con numerose proteste degli utenti anche sugli organi di informazione, e la dura presa di posizione di sigle sindacali in rappresentanza degli addetti, il cui lavoro è messo a dura prova”.

“Un sistema che non può essere testato sulla pelle degli utenti”.

“Ci piacerebbe”, prosegue Ostanel, “che il presidente Zaia venisse in aula a tratteggiare questa vicenda, che forse un poco dovrebbe preoccuparlo anche in proiezione futura, visto che al sondaggio interno dei sindacati oltre il 90% dei dipendenti ha risposto che il Sio causa ritardi nelle erogazioni delle prestazioni, che i problemi informatici segnalati non si risolvono e si ripresentano, generando nuove criticità. Inoltre, per l’80% degli addetti, i crash non stanno diminuendo”.

“Vorrei sapere – continua – se una fase Beta costellata di così tante inadeguatezze fosse stata già prevista per un gestionale che, alla ragguardevole cifra di 122 milioni di euro per un appalto in cinque lotti gestito da Azienda Zero, dovrebbe rivoluzionare poi, dopo Verona, tutte le aziende Ulss venete.

Parliamo di una tecnologia che molti professionisti sanitari scaligeri stanno ancora reputando lenta, inadeguata e ridondante e non può essere testata sulla pelle degli utenti, sul sacrificio degli addetti e sulla pazienza di entrambi”, conclude Ostanel.

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