Il questore in consiglio comunale: “Niente proclami, ascoltiamo i giovani”

Il questore di Verona Roberto Massucci in consiglio comunale.

La seduta del consiglio comunale di giovedì sera, a Verona, si è aperta con l’intervento del questore Roberto Massucci. E’ la prima volta che ciò accade, su invito del sindaco Damiano Tommasi. Ad inizio seduta il consiglio comunale ha tenuto un minuto di silenzio in ricordo del consigliere della Lista Damiano Tommasi, il professor Claudio Bassi venuto a mancare nella notte di lunedì 10 luglio.

“Il mio saluto oggi in quest’aula è motivo di grande orgoglio – ha dichiarato il questore Roberto Massucci –. Penso che poter partecipare ad uno dei momenti più importanti di democrazia, di condivisione, di discussione e di approfondimento sulla realtà locale sia veramente importante e apprezzo tantissimo la sensibilità di chi ha voluto invitarmi”.

“Per me – ha proseguito – quindi è innanzitutto il momento per dirvi che sono al vostro fianco, di chi ha responsabilità di governo, di chi ha responsabilità di tipo consigliare o di sostegno o di opposizione. Non faccio alcuna distinzione, sono a disposizione e credo che le persone che sono state scelte per rappresentare gli interessi di una comunità meritino, indistintamente, un assoluto livello di attenzione da parte di chi invece è nominato a rappresentare una istituzione dello Stato. Le mie porte sono aperte a progetti, idee e collaborazioni di chiunque abbia voglia di farle.
Ovviamente la mia competenza è quella di cercare di mettere in campo iniziative che vadano nella direzione di migliorare le condizioni di sicurezza di questa comunità. Una sicurezza che mi è stata affidata dal punto di vista tecnico in quanto Comitato provinciale di pubblica sicurezza”.

“Evitare i proclami”.

“Credo fortemente che quando si parla di sicurezza e quando qualcuno è realmente esperto di sicurezza, la prima cosa sia quella di evitare di fare proclami. Sui proclami ci si fa soltanto del male. Quando si parla di sicurezza in una prospettiva moderna e in una chiave progettuale si deve innanzitutto guardare al metodo. Sto mettendo in campo, nel modo più veloce possibile, le mie idee che poi si arricchiscono giorno per giorno e si rivolgono principalmente su tre fronti”.

I giovani.

“Per prima cosa guardare alla Questura di Verona, sia nel suo assetto organizzativo che nel suo assetto di professionalità, che non deve essere disgiunta dalla cortesia e rigore. Il secondo aspetto sono i giovani, che sono molto più straordinari di quello che noi adulti a volte vogliamo far passare. Il lavoro su di loro è fondamentale, perchè quando sono coinvolti, valorizzati, ascoltati, compresi, sono resi protagonisti di momenti di comunità danno delle risposte straordinarie e inevitabilmente il contesto di comunità migliora. E’ ovvio che questo va portato avanti nel rispetto delle regole, nel valore delle conseguenze. Noi dobbiamo incidere sui comportamenti. La via maestra dal mio punto di vista è quello di correggere i comportamenti prima che vengano compiuti, ma la norma di salvaguardia della paura di conseguenza va però certamente curata”.

Le comunità straniere.

“Altro punto di riflessione importante deve riguardare l’altro fenomeno delle persone provenienti da altri paesi. Le comunità straniere incontrate esprimono spesso un grande desiderio di regolarità e anche la voglia di essere a disposizione per mettere in campo una collaborazione culturale che deve mirare ad intercettare quelle persone che ad un certo punto si trovano davanti alla scelta di andare nel baratro o di intraprendere un percorso nella legalità. Il grande successo è quando anche una sola persona viene recuperata. La coesione istituzionale, infine, smentisce l’idea che la sicurezza sia una questione demandata in maniera quasi esclusiva alle Forze di Polizia. Non c’è una sicurezza di polizia in uno stato democratico ma c’è una sicurezza di comunità, che si ottiene attraverso una progettualità condivisa in cui le azioni convergono sulla stessa idea e vanno a modificare strutturalmente e culturalmente quelle che sono le devianze del territorio. Questo è il vero obiettivo di un progetto sicurezza. Questo è il metodo”.

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