Emergenza sanitaria : “Pazienti per giorni in attesa nei Pronto Soccorso di Verona”, Cisl denuncia i rischi
Con l’arrivo dell’inverno anche a Verona torna l’emergenza in pronto soccorso: “Influenza, virus respiratori e fragilità croniche mettono sotto stress la sanità scaligera”. A lanciare l’allarme è la Cisl Fp Verona, attraverso il segretario generale Giovanni Zanini, che parla di una “pressione crescente su un sistema già al limite”.
Il fenomeno si chiama boarding, e indica i “pazienti costretti a restare in pronto soccorso anche per giorni in attesa di un letto disponibile nei reparti – prosegue Zanini, – Un’emergenza silenziosa ma gravissima, perché come conferma la letteratura scientifica, il boarding prolungato aumenta il rischio di mortalità.
“Il problema – spiega Zanini – non è solo del pronto soccorso, ma di tutto il sistema ospedaliero e territoriale. Se i reparti non riescono a dimettere i pazienti, tutto si blocca a catena”.
“Dal 2000 a oggi, in Veneto i posti letto ospedalieri si sono ridotti del 30-35%, mentre il personale è rimasto sostanzialmente invariato. Gli operatori si trovano così a gestire un flusso crescente di pazienti, spesso anziani o fragili, in strutture che non riescono più a garantire tempi e spazi adeguati”.
Uno studio condotto da SIMI e FADOI su 14 ospedali italiani ha mostrato che il “15% dei ricoverati in Medicina Interna presenta condizioni cliniche critiche e oltre il 20% una fragilità sociale significativa: persone sole, indigenti o non autosufficienti, spesso impossibilitate a tornare a casa”.
“Molti di loro, i cosiddetti bed blockers, restano ricoverati non per motivi medici, ma perché mancano strutture territoriali o Rsa pronte ad accoglierli – sottolinea Zanini -. Il risultato è una permanenza media inutile di circa sette giorni, che sottrae letti a chi ha bisogno di cure immediate“.
“Non servono solo più letti – avverte Zanini – ma una rete che funzioni davvero. Gli ospedali di Comunità, pensati per alleggerire i reparti, sono ancora incompleti o inadeguati. E le strutture esistenti spesso non accettano i pazienti più fragili”.
“La conseguenza è un effetto domino: il territorio non accoglie, l’ospedale si blocca e il pronto soccorso soffoca”.
