Medici di base, record negativo: a Verona le zone carenti arrivano a 213

Medici di base, record negativo: nella provincia di Verona le zone carenti arrivano a 213.

Preoccupante aumento delle zone carenti di medici di base nella provincia di Verona: il numero è salito a 213, un record negativo. Anche la continuità assistenziale, con le posizioni vacanti per la ex guardia medica, è critica: sono ancora 114, il secondo dato più alto in Veneto. Questo succede nonostante gli sforzi fatti con i corsisti del corso regionale triennale per medici, che temporaneamente avevano aiutato a ridurre il problema.

Si tratta di una situazione che peggiora ciclicamente, e serve agire. Alcune zone sono particolarmente colpite, come quella a Sud di Verona, con ben 45 zone senza medico. Anche il capoluogo non è immune: sebbene alcune circoscrizioni stiano meglio, altre stanno peggiorando. Adriano Filice, di Spi Cgil, sottolinea l’importanza di una riforma immediata per affrontare questo problema serio.

L’indignazione di Adriano Filice.

Il segretario generale del Sindacato dei Pensionati Spi Cgil Verona, commenta la situazione dicendo che, sebbene non sia una sorpresa, c’è molto su cui indignarsi. Sottolinea che il settore medico di base è in una situazione critica. Il percorso formativo e di inserimento lavorativo, deve essere completamente rivisto per incoraggiare i giovani a intraprendere la carriera di medico di famiglia.

Filice ritiene essenziale cambiare le condizioni che causano questa carenza. Il segretario mostra preoccupazione per il silenzio della politica regionale sull’argomento, che da anni non affronta la questione alla radice. Questo ha portato decine di migliaia di cittadini, soprattutto anziani, senza assistenza primaria sul territorio e costretti a rivolgersi ai pronto soccorso. In questo modo rischiano di intasare il servizio di medicina d’urgenza. Filice sottolinea che la sanità è fondamentale per la coesione sociale e chiede a tutte le forze politiche di considerarla una priorità.

Le zone peggiori.

Il peggioramento si fa sentire particolarmente in alcune aree della provincia: nella cintura metropolitana a Sud del capoluogo. Questa comprende le Circoscrizioni Quarta e Quinta e i Comuni di Castel D’Azzano, Buttapietra e San Giovanni Lupatoto. Qui si contano infatti ben 45 zone carenti (+17 rispetto a dicembre). Nell’area del Baldo-Garda le zone carenti sono 28 (+11); nel Villafranchese 20 (+1); nell’entroterra gardesano e la Valpolicella 12 (+10).

Nel capoluogo la situazione è stabile nelle Circoscrizioni Prima, Seconda e Terza (12 zone carenti con una variazione di -1). Mentre peggiora l’ambito territoriale Est comprendente le Circoscrizioni Sesta e Settima e i comuni di Lavagno e San Martino Buon Albergo (12 zone carenti, con una variazione di +5).

I tempi biblici d’attesa e la popolazione anziana.

Filice collega la carenza di medici di base con le lunghe liste di attesa e l’invecchiamento della popolazione. L’assenza di servizi primari sul territorio porta le persone a riversarsi negli ospedali, aggravando la situazione. Questo è dovuto ai ritardi nella modernizzazione della medicina di base. “È inaccettabile che nel 2024 manchi persino la diagnostica di base, costringendo le persone a lunghe attese o a pagamenti extra”, chiosa Filice che sollecita una risposta urgente dalle autorità.

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