Concorso di idee per l’ex seminario di Verona: 50mila euro al vincitore

Concorso di idee per l’ex seminario di San Massimo a Verona: 50mila euro al vincitore.

Il 27 marzo, si è conclusa la prima fase del concorso di idee per la riqualificazione dell’ex Seminario di San Massimo a Verona. Questo grande spazio, che occupa circa 17 ettari, è di proprietà della Diocesi e del Seminario vescovile di Verona. Situato nel quadrante ovest della città scaligera, rappresenta un’opportunità di valorizzazione e sviluppo.

L’iniziativa è stata promossa dalla Diocesi con il sostegno della Fondazione San Zeno, un ente non profit nato a Verona nel 1999 grazie alla volontà di Sandro Veronesi, presidente di Oniverse (nuovo nome del Gruppo Calzedonia). L’obiettivo principale è coinvolgere attivamente la collettività nella ricerca di un’idea che sappia cogliere le eredità e le memorie del passato, affrontando al contempo le sfide e le potenzialità di sviluppo futuro.

La composizione dei partecipanti è eterogenea per tipologia e provenienza. Tra i proponenti, 37 sono veronesi, 7 provengono dal resto del Veneto, 7 dalla provincia di Milano, e gli altri da diverse regioni italiane, con alcune candidature anche dall’estero.

Questo concorso rappresenta un’opportunità per trasformare un luogo ricco di storia e significato in uno spazio che possa continuare a contribuire alla crescita e alla bellezza della città di Verona. Le prossime fasi prevedono la dapprima la verifica dei requisiti di ammissibilità da parte degli organizzatori. Poi ci sarà la selezione delle tre proposte vincitrici da parte di una giuria, secondo i criteri specificati nel bando. Le tre idee selezionate riceveranno un premio in denaro, per un totale di 50mila euro.

Caratteristiche essenziali per le proposte includeranno la capacità di contaminare gli ambienti, rispettando il contesto e la vocazione sociale e collettiva. Inoltre, si dovranno cercare nuovi layout funzionali che mantengano una zona spirituale, in continuità con l’attuale grande chiesa dedicata a San Giuseppe. Questo è l’unico “vincolo” imposto dai committenti. Infatti questo spazio dovrebbe essere un luogo di meditazione, pensiero e silenzio

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