Nuovo marchio per la ciliegia di Verona: “Si va verso il riconoscimento Igp”

Coldiretti Verona annuncia il nuovo marchio della ciliegia di Verona: “Aiutiamo il consumatore a riconoscere la nostra produzione”.

Rosso e verde su campo bianco, la perla delle colline veronesi cambia veste: nasce il marchio territoriale della ciliegia di Verona, presentato durante l’evento organizzato da Coldiretti Verona al Mercato coperto di Campagna amica in Galleria Filippini.

Il design, due ciliegie stilizzate che sostituiscono la lettera “o” nella scritta “Ciliegia della colline veronesi” in bold nero, riporta anche la dicitura “C’è il Veneto dentro”. Il nuovo packaging d’ora in poi verrà utilizzato dalle aziende agricole, dalle cooperative e dai rivenditori che avranno sottoscritto l’accordo di partecipazione. Basterà farne richiesta al Consorzio ortofrutticolo padano che gestisce la parte amministrativa del progetto, certificando un prodotto che abbia un calibro 26+ e sia di una delle varietà indicate come Duroni.

“Il nostro obiettivo”, ha affermato Giorgio Girardi, responsabile del settore ortofrutta di Coldiretti Verona, “era quello di dare un vestito a un prodotto destinato a distinguersi dagli altri dando continuità a un percorso iniziato con la mela di Verona. E’ fondamentale aiutare il consumatore a riconoscere le nostre produzioni agricole legandole alla zona di provenienza per suscitare in lui una scelta consapevole nel momento dell’acquisto”.

Un settore in ripresa.

L’areale a cui si fa riferimento comprende i 54 comuni presenti sull’arco collinare veronese dove sui 1.309 ettari destinati ai ciliegeti sussistono circa 1.800 aziende, per lo più di piccole dimensioni, dedicate a questa coltura.

Secondo i dati di Avepa rielaborati dal Centro studi di Coldiretti Verona, a partire dal 2000 il comparto cerasicolo scaligero ha subito un andamento negativo continuo fino al 2020 quando si può collocare una ripresa, seppur ancora moderata: da 2.123 ettari coltivati a ciliegie nel 2000, si è passati ai 1.949 nel 2019 (- 8%) per poi risalire a 1.955 nel 2022 (+ 0,35%).

Anche se l’andamento produttivo è strettamente legato alle condizioni meteo e alla presenza o meno di parassiti, la media produttiva dell’ultimo quinquennio è stata di 152 mila tonnellate con una impennata di produzione nel periodo di maturazione delle varietà medio tardive (58% dell’intera produzione).

“L’indotto del comparto”, commenta il presidente di Coldiretti Verona Alex Vantini, “è molto rilevante per un areale tutto sommato limitato. Con il nuovo marchio ci aspettiamo che nel 2030 la superficie di impianti di Ciliegia delle colline veronesi cresca del 10% e nel 2040 di un ulteriore 7% arrivando a rappresentare una delle migliori produzioni nazionali. A fronte di una crescita così rilevante, però, deve corrispondere una adeguata soddisfazione economica dei produttori.

Il nostro impegno ora è tutto proiettato all’ottenimento dell’Igp. Il nuovo marchio è solo l’inizio di un iter ancora piuttosto lungo e difficoltoso che, al di là degli aspetti tecnici, comporta un doveroso impegno da parte di tutta la politica”.

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