In Veneto cresce la rinuncia alle cure: aumentano i cittadini che saltano le prestazioni sanitarie

Il nuovo rapporto Gimbe fotografa la sanità in Veneto: più rinunce alle cure, e restano criticità sul fronte dei medici.

In Veneto aumenta il numero di cittadini che nel corso dell’ultimo anno hanno rinunciato alle cure e a una o più prestazioni sanitarie. Secondo l’ottavo rapporto della Fondazione Gimbe, che analizza e monitora la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, il dato regionale registra un incremento di 0,5 punti percentuali rispetto al 2023. Nonostante la crescita, la quota resta inferiore alla media italiana, pari al 9,9%.

Sul fronte del personale sanitario, il Veneto presenta 13 unità ogni mille abitanti, un dato superiore alla media nazionale (11,9). Tuttavia, la regione mostra una minore densità di medici rispetto al resto del Paese — 1,63 per mille abitanti contro 1,85 — compensata da una presenza più elevata di infermieri, 5,29 contro 4,7.

Per quanto riguarda il Fondo sanitario nazionale, nel 2023 il Veneto ha ricevuto 2.100 euro pro capite, con un aumento di 62 euro rispetto all’anno precedente. Un incremento inferiore alla media nazionale, che si attesta a +71 euro. Nel 2024, la cifra è salita a 2.182 euro per cittadino, lievemente superiore alla media italiana di 2.181 euro.

Nel complesso, il sistema sanitario veneto mantiene buoni livelli di efficienza, ma emergono segnali di pressione crescente: da un lato la riduzione del numero di medici, dall’altro l’aumento delle rinunce alle cure, sintomo di liste d’attesa sempre più lunghe e difficoltà di accesso ai servizi.

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