Anticorpi monoclonali: Veneto al primo posto nella protezione dei fragili

Veneto: oltre 70 pazienti fragili alla settimana ricevono la terapia con anticorpi monoclonali per essere protetti contro forme gravi da Covid.

In base ai dati forniti da AIFA, il Veneto è una regione virtuosa per quanto riguarda l’utilizzo di anticorpi monoclonali per proteggere i pazienti fragili dal rischio di forme gravi di Covid. Al momento più di 70 pazienti alla settimana sono trattati con questa profilassi che è risultata efficace contro il virus. Ci sono ancora margini di miglioramento e altri uomini e donne che devono essere contattati per ricevere la terapia. È quanto emerso ieri durante un incontro virtuale che è parte del tour in 10 Regioni, promosso da senior Italia FederAnziani in collaborazione con AstraZeneca. All’evento hanno partecipato rappresentanti dei pazienti e della Regione.

Per sollecitare a livello nazionale l’utilizzo degli anticorpi monoclonali FederAnziani a breve invierà una Pec a tutti i direttori generali delle aziende sanitarie e ai rappresentanti delle Reti ematologiche e dei centri trapianti. “L’esempio virtuoso del Veneto può essere a nostro avviso adottato dalle altre regioni tanto più in questo momento difficile nel quale il Coronavirus sta di nuovo contagiando un numero importante di persone”, Roberto Messina, presidente senior Italia FederAnziani. “È fondamentale quindi garantire a tutti i pazienti più fragili la maggiore protezione possibile”.

Fortemente sollecitati anche gli altri direttori delle Aziende sanitarie.

“Nel primo periodo riuscivamo a trattare solo 15 pazienti la settimana”, afferma la dottoressa Giovanna Scroccaro, direttore della Direzione farmaceutico, protesica, dispositivi medici della Regione Veneto. “La crescita esponenziale è stata in primis merito della decisione dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) di sospendere l’indagine sierologica prima della somministrazione della terapia. Da parte nostra abbiamo invece fortemente sollecitato tutti i direttori generali delle Aziende sanitarie ad attivare un piano di richiamo dei pazienti candidati al trattamento.

Abbiamo anche incontrato il coordinatore della Rete ematologica veneta e il Coordinamento regionale per i trapianti del Veneto. Sono infatti i pazienti oncoematologici e i trapiantati i pazienti fragili che più possono beneficiare del ricorso agli anticorpi monoclonali in profilassi.”

“Il Veneto presenta dei dati ottimi che testimoniano come sia possibile garantire un’ulteriore protezione contro il Covid”, conclude Messina “Ritardi burocratici, problemi organizzativi hanno creato una situazione paradossale: abbiamo una terapia efficacie ma rischiamo di non poterla utilizzare perché molte dosi del farmaco scadranno a fine luglio. Stiamo perciò sensibilizzando le istituzioni sanitarie regionali e nazionali affinché accelerino nelle somministrazioni”.

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