Proteste contro gli sprechi d’acqua alla Coca-cola di Nogara: l’azienda risponde

Progetti, risultati e prospettive dello stabilimento di Nogara, rendicontati nel 18° rapporto di sostenibilità di Coca-cola Hbc Italia.

La sede di Nogara è il più grande imbottigliatore di prodotti a marchio The Coca-cola company sul territorio nazionale: per questo nei giorni scorsi ha attirato le ire degli attivisti di “Rise Up 4 climate justice” e dell’Adl Cobas che hanno provato a raggiungere i cancelli dello stabilimento nonostante la resistenza delle forze dell’ordine. Obiettivo della protesta: “denunciare le politiche di privatizzazione di un bene comune che in piena emergenza siccità rimane monopolio delle aziende private mentre la popolazione è costretta al razionamento“.

Per tutta risposta, l’azienda ha ribadito l’impegno nell’integrare la sostenibilità in ogni aspetto del business. Anche in Veneto ammontano a circa 400 mila euro gli investimenti nell’ultimo anno, che si aggiungono agli oltre 20 milioni di euro del 2020, dedicati a progetti d’innovazione industriale e di packaging per accelerare la transizione verso un’economia sempre più circolare, a partire dagli imballaggi primari e secondari, tra cui la bottiglia con il 100% di plastica riciclata (rPET) e l’introduzione dei tappi uniti alle bottiglie di FuzeTea (tethered caps) – di cui lo stabilimento è responsabile del 100% della produzione in Italia. Tutti gli impegni sono rendicontati nel diciottesimo rapporto di sostenibilità dell’azienda dal titolo “Da 100% rPET a net ZERO”.

La tutela delle risorse idriche.

Priorità della strategia di sostenibilità dell’azienda è anche la tutela della risorsa idrica. Per questo, nel 2021, il sito ha ottenuto la certificazione a livello Gold dello standard Alliance for water stewardship (AWS) impegnandosi così ulteriormente negli obiettivi di protezione della risorsa idrica, mentre negli ultimi 10 anni, lo stabilimento ha ridotto di oltre il 14% l’utilizzo di acqua per litro di bevanda prodotta. Come per tutti gli stabilimenti di Coca-Cola HBC Italia un ulteriore impegno nella salvaguardia della risorsa idrica si traduce nella creazione dei “water teams”, gruppi di colleghi incaricati di garantire l’approvvigionamento idrico monitorando i consumi e identificando al contempo progetti per il risparmio della risorsa, in ottica di costante miglioramento da un punto di vista di impatto ambientale.

Negli ultimi anni, inoltre, a Nogara sono stati installati nuovi macchinari e linee di produzione tecnologicamente avanzate, come i compressori ad alta efficienza per il soffiaggio delle bottiglie che garantiscono una riduzione delle emissioni di CO2 e un impianto di quadrigenerazione in grado di produrre il 100% della CO2 alimentare utilizzata nella produzione delle bibite. A questo si aggiungono 3900 mdi pannelli fotovoltaici.

La transizione ecologica.

“Da 18 anni rendicontiamo il nostro impegno verso l’ambiente, le persone e le comunità locali nel nostro rapporto di sostenibilità” ha dichiarato Dario Soriano, direttore dello stabilimento di Nogara di Coca-cola Hbc Italia. “Il Veneto è il cuore produttivo di Coca-Cola nel Nord Italia, ed è proprio il rapporto costruito con questo territorio che, insieme alla dedizione di tutti i colleghi di Nogara, ci ha permesso di perseguire i nostri obiettivi di sostenibilità affrontando concretamente la sfida verso la transizione ecologica”.

Il rapporto di sostenibilità racconta anche gli altri ingredienti della ricetta di Coca-cola Hbc Italia in Veneto che, oltre all’ambiente, comprendono l’attenzione alla crescita e al benessere degli oltre 200 dipendenti che lavorano nella fabbrica, coinvolti in più di 4.500 ore di formazione durante il 2021. Un impegno che non si ferma all’interno dell’azienda ma che si realizza anche in progetti ed iniziative rivolti alle comunità, come: il Premio CampielloLearn your job, l’iniziativa all’interno del programma #YouthEmpowered di Coca-cola Italia, sviluppata con i giovani imprenditori di Confindustria Verona e in collaborazione con il COSP Verona, pensato per supportare gli studenti nella transizione tra scuola e mondo del lavoro, e l’adesione a “67 Colonne per l’Arena di Verona”, il progetto di fundraising per sostenere fondazione Arena e il suo ruolo centrale nella storia, nella cultura e nell’economia della città di Verona e non solo.

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