Un fiume di persone dopo lo stupro di Legnago: 2 mila in marcia per dire “Basta violenza sulle donne”.
Un fiume di persone, oltre duemila, si è unita dopo lo stupro di Legnago per attraversare la golena dell’Adige e dire “Basta violenza sulle donne“. Lì dove appena pochi giorni fa una donna di 40 anni è stata brutalmente aggredita e violentata, la comunità ha risposto con una marcia sobria ma potente, carica di dolore, rabbia e solidarietà. È successo ieri sera 19 giugno.
La manifestazione, organizzata dalla Commissione Pari Opportunità e dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune, è nata da un’urgenza collettiva: quella di riaffermare il diritto di ogni donna a vivere gli spazi pubblici senza paura.
In prima fila, oltre venti sindaci arrivati da tutto il territorio provinciale e anche da aree limitrofe. Con loro, cittadini, famiglie, studenti, associazioni culturali, rappresentanti di confessioni religiose diverse. Tutti insieme, senza simboli né slogan, uniti solo dalla consapevolezza che il silenzio, a volte, parla più forte di qualsiasi parola.
Tra la folla c’era anche lei, la donna vittima della violenza. Non ha preso la parola. Non ce n’era bisogno. La sua presenza, composta e coraggiosa, è stata un atto di resistenza e una testimonianza vivente del motivo per cui la città si è fermata a camminare insieme.
Il sindaco di Legnago Paolo Longhi, affiancato dal presidente della Provincia Flavio Pasini, ha affidato le sue riflessioni a un lungo post sui social, in cui ha definito la golena “un luogo che dovrebbe sapere di estate, biciclette e chiacchiere leggere”, ma che ora porta “una ferita profonda”.