Forse non tutti sanno che… anche Verona aveva la sua piccola Murano

Vicolo Vetri, in Veronetta, ospitava il quartiere vetraio con fornaci e botteghe artigiane.

Traversa di via XX Settembre a Verona, vicolo Vetri costituiva il centro di un piccolo borgo dove erano presenti diverse officine artigianali per la fabbricazione e la lavorazione del vetro.

Nel 1748 si ha infatti notizia di un certo Daniele Bertoni, “fabricator di vetri al Paradiso”, il quale possedeva una vetreria in prossimità dell’attigua chiesa di Santa Maria del Paradiso. Tale attività venne poi rilevata da Giacomo Anselmi, che nel 1780 ne accrebbe la produzione coinvolgendo nella conduzione l’intera famiglia. Nel 1810 le sue eredi Margherita e Teresa Anselmi, infatti, possedevano al civico n. 4958, ovvero l’attuale n. 8 di vicolo Vetri, la più grande fornace produttrice di vetri soffiati, massicci e specchi della città.

Nonostante le prime notizie in merito all’identità dei mastri vetrai veronesi risalgano solo al XVIII secolo, è possibile ravvisare la presenza di officine vetraie in questa zona di Verona già nel XV secolo. È in questo periodo, infatti, che vengono messe in atto le prime operazioni di boicottaggio commerciale da parte della Repubblica di Venezia, intenzionata a salvaguardare le fornaci di Murano. A tale scopo la Serenissima emanò una serie di provvedimenti sempre più rigidi per limitare l’attività dei vetrai della città scaligera, circoscrivendo la loro produzione ai mesi di agosto e settembre, ovvero quando le fucine lagunari erano costrette ad interrompere la loro attività per il caldo. Il mancato rispetto di tali restrizioni poteva comportare anche la chiusura e la distruzione della fucina, un provvedimento che colpì un buon numero di vetrerie veronesi tra il XV e il XVI secolo.

Sebbene l’ostruzionismo veneziano cominciò a mitigarsi verso la fine del XVII secolo, l’arte vetraia scaligera era ormai definitivamente compromessa e limitata a una commercializzazione quasi esclusivamente locale. Le ultime botteghe che sopravvissero furono appunto quelle di vicolo Vetri, unica testimonianza rimasta dell’angariata produzione artigianale scaligera.

Note sull'autore