A Verona è quasi tempo di vendemmia. Ma il problema è trovare manodopera

Verona, è quasi tempo di vendemmia.

Parte il conto alla rovescia per la vendemmia nel Veronese, che inizierà con il Chardonnay tra un paio di settimane per poi proseguire con il Pinot Grigio e a seguire Custoza, Valpolicella e Bardolino. Le prospettive, ad oggi, sono positive: annata buona, uve sane, produzione nella media. L’unico interrogativo è legato alla manodopera, che risente ancora dei riflussi legati alla pandemia e alle criticità derivanti dalla pandemia e dal green pass.

“La vendemmia 2021 si prospetta con un ritardo della maturazione di circa una decina di giorni guardando al 2020 e al 2019, ma con un’ottima qualità delle uve e una produzione maggiore di circa il 2% rispetto alle altre regioni che vede il Veneto in controtendenza rispetto al resto del Paese – sottolinea Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Verona e del consorzio di tutela Valpolicella -. Prevedo invece qualche difficoltà sul fronte della manodopera.

Molti lavoratori dell’Est, in primis in romeni ma anche i moldavi e i polacchi, sono scomparsi dal lockdown della scorsa primavera e gli italiani, dopo il ritorno nei campi dell’anno scorso di persone di tutte le età rimaste senza occupazione in conseguenza dell’emergenza Covid, sono tornati alle abituali occupazioni nella ristorazione o nel turismo. La raccolta in Valpolicella comincerà a metà settembre e c’è ancora tempo per reperire personale, ma un po’ di preoccupazione c’è visto che la raccolta, soprattutto per l’uva da Amarone, è tutta manuale ed esige operai con esperienza, in quanto si devono selezionare i grappoli migliori”.

Franco Cristoforetti, neo presidente del settore vitivinicolo di Confagricoltura Verona e presidente del consorzio di tutela Bardolino e Chiaretto, ha meno timori: “Nel nostro territorio la meccanizzazione ha preso parecchio piede e inoltre parecchie aziende hanno lavoratori stranieri fissi, che vengono impiegati per tutta la durata dell’anno durante le diverse lavorazioni – spiega -. Vedremo comunque a fine agosto, quando si faranno i contratti per gli stagionali. Assistiamo a un acceso dibattito sul green pass relativo ai lavoratori, ma per quanto ci riguarda riteniamo difficile che venga reso obbligatorio, in quanto creerebbe un problema per il reperimento del personale. Peraltro per il lavoro in campagna avrebbe poco senso, dato che si svolge per la maggior parte all’aperto. Comunque è inutile fasciarsi la testa prima del tempo e intanto posso dire che nel territorio del Bardolino la vendemmia si prospetta buona, media come quantità, con un ritardo di dieci giorni: verso il 6 settembre partiremo con Pinot Grigio e Chardonnay, dopo il 25 con il Bardolino. La differenza d’ora in avanti la farà tutto il meteo: servono sole e caldo di giorno e fresco di notte”.

Ogni anno in Veneto sono oltre 14.000 gli stagionali agricoli che arrivano da Romania e Bulgaria. Il picco degli arrivi corrisponde proprio a quello della vendemmia, con 4.000 presenze tra Verona e Treviso.

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