Con la morte di papa Francesco, si apre la corsa alla successione: tra i favoriti, anche il cardinale veneto Pietro Parolin.
Con la morte di papa Francesco, la Chiesa si prepara a un nuovo conclave che, come da tradizione, potrebbe riservare sorprese. Mentre il camerlengo Kevin Farrell assume temporaneamente la gestione amministrativa del Vaticano e il decano Giovan Battista Re si occuperà dell’organizzazione del conclave, 135 cardinali si apprestano a raggiungere Roma per eleggere il nuovo pontefice. Un’anomalia rispetto al limite canonico dei 120 elettori, ma tutti voteranno.
- La morte di papa Francesco, Zaia: “È stato un raggio di sole”.
- Il vescovo Domenico: “Quella visita a Verona simbolo del suo pontificato”.
Tra i candidati più accreditati spicca il nome del cardinale veneto Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano e figura di spicco della diplomazia ecclesiastica. Originario della provincia di Vicenza, Parolin è considerato un uomo di equilibrio e potere, con buoni rapporti trasversali all’interno del collegio cardinalizio. Ha guidato la macchina burocratica della Chiesa durante i ricoveri di Bergoglio, confermandosi uno dei protagonisti più forti di questa fase di transizione. Il suo profilo moderato potrebbe renderlo il candidato “più ovvio”, pur in un conclave dove le sorprese sono sempre dietro l’angolo.
Accanto a Parolin, circolano anche i nomi dell’italiano Matteo Zuppi, del filippino Luis Antonio Tagle, dell’africano Peter Turkson, del polacco Konrad Krajewski, e dell’ungherese Péter Erdő. Tuttavia, con oltre 110 dei cardinali elettori nominati dallo stesso Francesco, il prossimo papa potrebbe riflettere una visione progressista, ma non necessariamente prevedibile.