Sgominata la banda che rapinava i rappresentanti orafi, c’è anche un veronese

Presa la banda che rapinava i rappresentanti orafi, anche un 29enne veronese è finito nel mirino delle forze dell’ordine.

C’è anche un 29enne residente in provincia di Verona tra le sei persone denunciate nell’ambito dell’operazione che ha portato allo smantellamento di una banda sinti specializzata proprio in rapine a rappresentanti orafi. L’uomo è finito nel mirino degli inquirenti per il suo coinvolgimento nel sistema di ricettazione della refurtiva, frutto di colpi messi a segno tra il Veneto e la Liguria.

Le indagini, avviate dai carabinieri di Piove di Sacco (Padova) e sviluppate in collaborazione con i militari di Santa Margherita Ligure (Genova), hanno ricostruito i movimenti del gruppo criminale, attivo da mesi con una precisa strategia: osservazione prolungata delle vittime, agguati fulminei e immediata sparizione.

Decisiva è stata una dashcam installata sull’auto di una delle vittime, che ha fornito immagini utili, ma soprattutto una traccia papillare rinvenuta all’interno del veicolo usato per la fuga. Da lì, gli investigatori sono risaliti a un pluripregiudicato sinti, già noto alle forze dell’ordine.

Il colpo più eclatante è stato messo a segno a Valenza, nel cuore del distretto orafo, dove la banda ha agito dopo settimane di appostamenti. Ma la rete investigativa si è stretta rapidamente: il blitz finale, scattato l’8 maggio, ha portato all’arresto di un 49enne a Venezia e di un 38enne a Treviso. Un terzo, un 20enne, è stato indagato per ricettazione e concorso in rapina aggravata.

Tra i sei denunciati, oltre al veronese, figurano anche una donna di 40 anni a Treviso e un 54enne a Desio, in provincia di Monza e Brianza. Nonostante alcuni arresti già avvenuti nei mesi precedenti, la banda era riuscita a colpire ancora il 5 novembre scorso a Due Carrare (Padova), prendendo di mira un commerciante.

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