Cpr per migranti a Verona e Legnago, coro di no. Zaia: “Nessuno ci ha contattato”

Cpr per migranti a Verona e Legnago, il no del Pd e di Zaia.

Cpr, ovvero Centri di permanenza e rimpatrio, per migranti a Verona e Legnago? Arriva una raffica di no, dal centrosinistra a Zaia. Il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, interpellato dal Tg3 si è detto contrario, aggiungendo come “l’accoglienza diffusa sia l’unico modo per dare qualità alle presenze sul territorio e funzionalità al sistema locale e alla convivenza”.

Per i dem, riferendosi in particolare al caso di Legnago, parla invece il segretario provinciale Franco Bonfante: “Cercare di far credere che i flussi migratori si possano arginare con i rimpatri forzati è la mossa della disperazione da parte di una forza politica come Fratelli d’Italia di Legnago che in quattro anni di amministrazione locale non ha costruito niente e ora cerca scorciatoie per coprire il vuoto che lascia sul territorio”, ha detto Bonfante, con la segretaria del Circolo Pd di Legnago Luigina Zappon, commentando la proposta degli esponenti del partito di Giorgia Meloni di istituire un Cpr proprio nella capitale della Pianura veronese.

“A farne le spese sono i cittadini veronesi”.

“Di questa incapacità – concludono Bonfante e Zappon – fanno le spese i cittadini veronesi e veneti, in termini di degrado e insicurezza: sempre secondo i dati del Viminale, aggiornati al 31 agosto 2023, su 8.457 immigrati in accoglienza sul territorio Veneto, meno del 10% (solo 750 persone), a fronte della media nazionale del 25%, sono presenti nei centri di accoglienza e integrazione Sai, mentre la stragrande maggioranza è ancora parcheggiata nei centri di accoglienza. L’accoglienza diffusa (poche persone in ogni comune in proporzione al numero di abitanti) è l’unica via per gestire secondo criteri di umanità e sicurezza un fenomeno epocale che la propaganda delle destre non è riuscita nemmeno a scalfire, né in Italia né altrove. Vanno piuttosto cambiate le norme che impediscono di trovare lavoro così da favorire l’integrazione e prevenire l’emarginazione che a volte porta anche alla criminalità”.

Zaia: “Nessuno ci ha contattato”.

Ma sulla questione è intervenuto anche il governatore del Veneto Luca Zaia: “Su un Cpr in Veneto io non ho mai parlato con nessuno – taglia corto Zaia -. Noi non siamo stati contattati da nessuno”.

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