Citrobacter, la perizia: alcuni bambini uccisi dal batterio killer potevano essere salvati

L’esito della perizia sul batterio killer che ha ucciso quattro neonati a Verona tra il 2018 e il 2020.

Almeno alcuni dei bimbi uccisi dal Citrobacter, il batterio killer, all’ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento potevano essere salvati. Secondo quanto anticipato dal Corriere del Veneto, sarebbe questo l’esito della superperizia affidata un anno fa dalla Procura di Verona per la morte tra il 2018 e il 2020 di quattro neonati, il contagio di un centinaio e la disabilità di 9 di di essi.

Il Citrobacter, si scoprì in seguito, si era annidato in un rubinetto dell’acqua utilizzato dal personale del reparto di terapia intensiva per la preparazione del latte in polvere, oltre che nei biberon. Il reparto venne chiuso il 12 giugno 2020 per procedere alla sanificazione degli spazi. A denunciare per prima che qualcosa non andava nell’ospedale era stata la biologa Francesca Frezza, una delle mamme che vide morire il proprio piccolo: la figlia di Francesca Frezza nacque l’11 aprile 2019 all’ospedale di Verona, e morì al Gaslini di Genova sette mesi dopo. Una morte, la sua come altre, che secondo la perizia poteva essere evitata.

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