Ammann chiude e licenzia 26 operai: “Scatta la battaglia legale”

“Una pagina nera per Bussolengo e per i lavoratori”: niente accordo, Ammann chiude e licenzia 26 operai.

Si è conclusa ieri 13 ottobre in Regione Veneto la vertenza Ammann: l’azienda ha formalizzato l’accordo e licenzia 26 operai. Questo dopo la decisione della proprietà di delocalizzare in Turchia la produzione. Con la chiusura della vertenza, Bussolengo perde un pezzo importante della sua storia industriale, mentre per 26 famiglie si apre un futuro incerto.

L’intesa è stata sottoscritta tra l’azienda e la Rsu, ma la Fiom-Cgil di Verona ha rifiutato di firmare, annunciando una “mobilitazione legale” e offrendo ai lavoratori coinvolti “pieno supporto per impugnare i licenziamenti”. Dei dipendenti rimasti in produzione, soltanto tre verranno ricollocati internamente, mentre per gli altri la porta si chiude definitivamente.

“Questa vertenza si chiude nel peggiore dei modi”, ha dichiarato la Fiom-Cgil. La crisi era esplosa lo scorso aprile, quando Ammann aveva annunciato 64 esuberi su 157 lavoratori totali. Da allora, incontri e trattative non sono riusciti a scongiurare il ridimensionamento drastico dello stabilimento veronese.

Secondo il sindacato, “l’accordo non prevede ammortizzatori sociali, piani industriali per il futuro dello stabilimento, né percorsi di formazione o ricollocazione per i lavoratori. L’unica contropartita è un incentivo economico per chi accetterà il licenziamento”.

Fiom-Cgil punta il dito contro la “rigidità aziendale” e “l’inefficace mediazione regionale” e chiede alle autorità di “fare chiarezza anche su licenziamenti già effettuati nei mesi scorsi“. “È una decisione inaccettabile che scarica tutto il peso della delocalizzazione sui lavoratori e sulle loro famiglie”, ha denunciato il sindacato.

La comunicazione della Regione Veneto.

I lavoratori interessati dall’accordo sono oggi 19, al netto delle fuoriuscite già intervenute. L’accordo prevede 3 ricollocazioni in altre funzioni aziendali e un incentivo all’esodo per le uscite volontarie dei lavoratori. È stata ribadita la disponibilità delle politiche attive del lavoro regionali che dovessero rivelarsi necessarie ad agevolare il ricollocamento“.