Verona e il Veneto ben oltre il limite dei 50 casi per 100mila abitanti, e contagi in aumento del 37,8%. Gimbe: “Sì all’obbligo vaccinale”

Il rapporto settimanale della Fondazione Gimbe: “Sì all’obbligo vaccinale”.

Coronavirus, il rapporto settimanale della Fondazione Gimbe disegna uno scenario tutt’altro che roseo: in 7 giorni oltre 54 mila nuovi casi (+32,3%), aumentano ricoveri (+15,5%) e terapie intensive (+14,3). In Veneto tutte le province, Verona compresa, superano abbondantemente la soglia dei 50 casi per 100mila abitanti, quella che segna il passaggio di colore della zona, e i contagi salgono del 37,8% rispetto alla settimana precedente. Regge per il momento la situazione ospedaliera: in Veneto area medica occupata al 5%, terapie intensive al 6%. Per la Fondazione Gimbe la soluzione passa attraverso la somministrazione entro l’anno della terza dose di vaccino per quasi 16 mln di persone. E per evitare restrizioni, il consiglio è quello di ridurre a 6 mesi validità Green pass e introdurre obbligo vaccinale.

“Per la quarta settimana consecutiva – dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali (+32,3%) come documenta anche la media mobile a 7 giorni, che in un mese è triplicata: da 2.456 il 15 ottobre a 7.767 il 16 novembre”. Nelle ultime 4 settimane l’aumento della circolazione virale è ben documentato dall’incremento sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 12,7%), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 5,8%) e positivi/tamponi antigenici rapidi (da 0,07% a 0,21%).

In tutte le Regioni tranne Calabria e Umbria si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi, con variazioni che vanno dal 0,7% della Regione Puglia al 180% della Valle D’Aosta. In 84 Province si registra un’incidenza pari o superiore a 50 casi per 100mila abitanti: in Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Umbria e Veneto tutte le Province raggiungono o superano tale soglia. In 7 Province si contano oltre 150 casi per 100mila abitanti: Trieste (638), Bolzano (402), Gorizia (369), La Spezia (248), Forlì-Cesena (219), Padova (179) e Vicenza (152). “Di fronte a questi numeri – commenta Cartabellotta – è inaccettabile che gli amministratori non abbiano introdotto restrizioni locali, seppur impopolari, accettando il rischio che la diffusione del contagio trascini l’intera Regione in zona gialla”.

Vaccini.

Il Veneto rimane sotto la media nazionale, Per Fondazione Gimbe “considerato che ad oggi sono già state somministrate 2,74 milioni di dosi booster e 291 mila dosi aggiuntive agli over 60, entro il 31 dicembre dovrebbero essere somministrate 15,83 milioni di terze dosi, in media oltre 350 mila somministrazioni al giorno. Per indisponibilità dei dati, questi numeri potrebbero essere da un lato sottostimati perché non includono personale sanitario e ospiti di Rsa under 60, dall’altro sovrastimati perché includono le persone guarite da meno di 6 mesi e i deceduti appartenenti alle categorie sopra menzionate”.

Le conclusioni.

“Nello scenario attuale – conclude Cartabellotta – caratterizzato dal progressivo aumento della circolazione virale e dalla riduzione dell’efficacia vaccinale che impone la dose di richiamo, sono due le decisioni politiche che possono minimizzare il rischio di misure restrittive. La prima è ridurre a 6 mesi la validità del green pass rilasciato a seguito di vaccinazione, in linea con le evidenze scientifiche sulla durata della protezione vaccinale e con le indicazioni per la dose di richiamo. La seconda è introdurre l’obbligo vaccinale sia per il ciclo primario, sia per la dose booster, almeno per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico. Invece, non convince affatto il “super green pass” sul modello austriaco, di fatto un “surrogato” dell’obbligo vaccinale: escludere il tampone dalle modalità per il rilascio della certificazione verde – pur identificando le attività essenziali per le quali tale opzione rimarrebbe valida – rischia solo di aumentare le tensioni sociali senza alcuna garanzia di aumentare coperture vaccinali e adesione alla terza dose”.

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