Radioattività, il monitoraggio Arpav dopo l’attacco alla centrale in Ucraina

Monitoraggio costante nelle due stazioni di Verona e Belluno.

Dopo l’attacco russo alla alla centrale di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, ecco le rassicurazioni di Arpav: nessuna anomalia sul territorio regionale. Arpav monitora quotidianamente la radioattività con due stazioni collocate nelle sedi di Verona e di Belluno. Vengono effettuate analisi radiometriche di particolato atmosferico raccolto su filtro e dose gamma, le informazioni prodotte vengono inoltrate alle autorità competenti. “Per quanto riguarda il conflitto bellico in Ucraina, con particolare riferimento agli attacchi in prossimità di centrali nucleari – sottolinea Arpav in una nota – il monitoraggio eseguito fino ad oggi in Veneto non ha evidenziato anomalie sul territorio regionale”.

“La Regione tramite Arpav, monitora quotidianamente e costantemente ogni giorno dell’anno la radioattività – sottolinea anche l’assessore all’Ambiente della Regione Gianpaolo Bottacin – con due stazioni collocate nelle sedi di Verona e di Belluno. Vengono effettuate analisi radiometriche di particolato atmosferico raccolto su filtro e dose gamma – spiega l’assessore –. Le informazioni prodotte vengono poi inoltrate alla Protezione civile secondo quanto disposto dal piano per il rischio nucleare attivo da parecchi anni”.

“In base al piano per il rischio nucleare, l’Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione continua a monitorare l’evolversi degli eventi in Ucraina, con particolare riferimento alla situazione degli impianti nucleari in funzione e dismessi nonché delle altre installazioni nucleari ed è in collegamento costante con le agenzie internazionali per il controllo dell’energia atomica – prosegue l’assessore -. Ad oggi sono stati trasmessi dai laboratori i risultati di centinaia di misurazioni effettuate. Tutti i rilevamenti fino ad oggi eseguiti non hanno evidenziato alcuna anomalia o innalzamento della radioattività in aria. I dati sono in linea con quanto emerso anche dal monitoraggio, con sistemi di altrettanto elevata sensibilità, condotto dagli altri Paesi europei”, conclude Bottacin.

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