Progetto Oasi delle api, una “casa” nuova per 60mila insetti a Pastrengo

A Pastrengo una “casa” nuova per le api.

Una “casa” per le api, “responsabili” del 70 per cento della filiera alimentare e preziose alleate della stessa sopravvivenza dell’uomo. Eppure, oggi come non mai, a rischio estinzione. Nella provincia di Verona, a posare il primo mattone per la salvaguardia dei fedeli imenotteri sono state le socie del Soroptimist International Club di Verona, che nel dare attuazione al progetto “L’Oasi delle Api” creato in occasione del Centenario del Soroptimist International hanno donato un’arnia in grado di ospitare fino a 60mila insetti impollinatori a Daniela Begnini, Ambasciatrice e Donna dei mieli, e alla sua “Apicoltura Mulini Perduti” di Pastrengo.

Un segno di sensibilità al tema molto importante, che dopo un anno di attività online, le professioniste del Soroptimist di Verona hanno potuto manifestare anche di persona, con una visita all’apicoltura tenutasi nella Giornata Mondiale delle Api.

“In tutto il mondo i club Soroptimist celebrano il Centenario dell’associazione con un evento a memoria delle socie fondatrici che avevano salvato una foresta di sequoie, quindi con iniziative legate a questioni ambientali. E l’Italia ha optato per il service Oasi delle Api”, ha spiegato la presidente del club di Verona Annamaria Molino, oncologa.

Affidandole ad apicoltori come Begnini, che con questa nuova arnia impreziosita dal logo del Soroptimist di Verona, posizionata proprio all’ingresso dell’apiario, ha così dotato la sua “oasi delle api”, un’area incontaminata ricca di “sorgive di nettare”, di una casetta in più dove accogliere nuove popolazioni di api. Colonie che ogni anno, a causa di cambiamenti climatici, uso intensivo di pesticidi, malattie e parassiti, sono infatti messe a dura prova. “I continui sbalzi di temperatura e le gelate hanno bruciato moltissime fioriture – ha spiegato l’apicoltrice – riducendo la biodiversità e privando i nostri insetti di fonti di sostentamento. Ad oggi, dunque, l’ape mellifera non è in grado di sopravvivere da sola, dev’essere accudita, nutrita e curata da un apicoltore”.

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