Pioggia di bombe su Kiev, il racconto dei veronesi: “Chiamano alle armi tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni”

Il drammatico racconto di una notte di bombardamenti a Kiev.

Nella notte sono ripresi i bombardamenti in diverse città dell’Ucraina, compresa la capitale Kiev. Nelle stesse ore, mentre le bombe cadevano, durante il vertice d’emergenza sulla crisi ucraina, i leader dell’Unione europea hanno deciso di imporre ulteriori massicce sanzioni contro Mosca, che andrebbero a colpire asset strategici della Russia.

Intanto le truppe aviotrasportate delle forze armate ucraine combattono nelle zone di Dymer e Ivankiv, che si trovano rispettivamente a 45 e 80 chilometri dalla capitale ucraina, dopo “l’avanzata di un gran numero di mezzi blindati del nemico”. A Donetsk, nel bombardamento di una scuola, due insegnanti sono rimasti uccisi. Ma al momento è quasi impossibile fare un bilancio esatto sul numero delle vittime, da una parte e dall’altra. Oggi, 25 febbraio, il presidente Mario Draghi riferirà in Parlamento sull’andamento della crisi in Ucraina.

A Verona intanto i quasi 2mila cittadini ucraini che vivono nella nostra provincia incassano la solidarietà unanime delle città, ma vivono con il fiato sospeso. Molti hanno famiglia, genitori, amicizie nella loro terra. Mentre i veronesi a Kiev sono costretti a raccontare la guerra vista con terrore da vicino: “Stiamo bene, anche oggi – racconta Matteo Spiazzi, regista veronese che con la coreografa Katia Tubini e Cristiano Zanus Forte è riuscito a trovare rifugio nell’ambasciata italiana -. Ma qui stiamo assistendo a una chiamata alle armi per gli uomini dai 18 ai 60 anni. Colleghi amici studenti con cui fino a ieri si parlava di arte e di teatro, da oggi imbracceranno fucili per difendere la propria gente, il proprio paese, le proprie case”.

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