Ha preso il via il processo a carico di Gigi Fresco, storico patron della Virtus Verona, accusato di truffa sui bandi per i migranti.
Ha preso il via il processo a carico di Gigi Fresco, storico patron della Virtus Verona, squadra che milita in serie C, accusato di truffa ai danni della Prefettura scaligera per oltre 12 milioni di euro, nell’ambito dei servizi di accoglienza dei migranti richiedenti protezione internazionale.
I reati contestati a Fresco, 64 anni, da sempre in prima linea nei settori della solidarietà e dell’accoglienza, sono truffa aggravata nei confronti di un ente pubblico (la Prefettura di Verona, in questo caso), falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, auto riciclaggio e turbata libertà degli incanti.
Le indagini della Guardia di finanza si sono concentrate in particolare sui bandi per l’aggiudicazione del servizio degli anni 2017 e 2018, dopo che quello del 2016 è stato prescritto. Bandi che, secondo l’accusa, Fresco si sarebbe aggiudicato “barando” sui requisiti richiesti.
I finanzieri avrebbero riscontrato irregolarità nel numero degli operatori utilizzato, considerato non congruo rispetto alla gestione dei servizi di assistenza e accoglienza da garantire, oltre ad altre anomalie, come per esempio l’improvviso e frequente cambio di oggetto sociale della Virtus.
Gigi Fresco, dal canto suo, si è sempre difeso dalle accuse, confermando di aver agito sempre in maniera corretta, come testimonierebbe il fatto che la Virtus ha lavorato con la Prefettura di Verona fino al 2022. Il processo è cominciato ieri con l’esame dei primi testimoni. Ne verranno sentiti più di cento, tra quelli nominati dall’accusa e dalla difesa.