Verona, scoppia il caso “immobili abbandonati”: la mappa dei siti più a rischio

Verona, scoppia il caso “immobili abbandonati”, e il Comune interviene: ecco la mappa.

A Verona, scoppia il caso “immobili abbandonati” e aree degradate: arriva la mappa per gli interventi sui siti più a rischio della città. L’Amministrazione comunale fa un passo avanti nella gestione di questa criticità. Dopo la fase di mappatura avviata mesi fa dalla polizia locale in sinergia con gli uffici comunali, è ora in corso la fase operativa

L’iter prevede incontri con i proprietari degli immobili interessati, sia per illustrare una nuova strategia adottata dal Comune, sia per concordare gli interventi sugli edifici e nelle aree identificate. Per ottimizzare i risultati si terrà conto delle caratteristiche e tipologie degli immobili, della loro posizione. Ma anche della presenza o meno di progetti di rigenerazione urbana

Ecco gli immobili a rischio.

Finora sono stati mappati circa trenta immobili e aree, pubblici e privati. Circa dieci di questi sono a rischio di maggiore di degrado, come le ex Officine Cardi al Chievo e alcune aree lungo via Gardesane. Per questi casi, è stato avviato un processo che inizia con il contatto ai proprietari e, se necessario, con l’emissione di una diffida per la messa in sicurezza dell’immobile. 

Se la diffida non viene rispettata, si emette un’ordinanza urgente, con la possibilità di denunce penali in caso di mancato rispetto. Questo approccio è stato già applicato con successo in due aree specifiche, l’ex deposito della Stazione di Porta Vescovo (Adige Docks) e le ex Officine Falconi. Ora, si replica in altri siti considerati ‘sensibili’, seguendo un ordine di priorità condiviso con Prefettura e Questura.

L’iter procede in parallelo sugli immobili momentaneamente dismessi di proprietà del Comune, per i quali si stanno studiando le migliori soluzioni attuabili. E’ il caso delle ex Piscine Lido, che nei prossimi mesi verranno demolite in vista di un uso temporaneo degli spazi attraverso la co-progettazione con i cittadini e degli stabili all’interno del giardino Raggio di Sole, in passato adibiti a punto di ristoro e per i quali si sta ora definendo un uso sociale.

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