Verona, Dogana di terra: primo polo del Veneto per il restauro dei beni culturali

Soprintendenza, Comune e Accademia di Verona condivideranno gli spazi del complesso monumentale della Dogana di terra nel quartiere Filippini.

L’Accademia e la Soprintendenza, insieme alla Direzione musei del Comune di Verona, hanno deciso di condividere gli spazi laboratoriali della Dogana di terra, come opportunità di estensione nel campo della ricerca, del restauro e della valorizzazione dei beni culturali. Nasce così il nuovo accordo per la riqualificazione dell’ala di destra del complesso. Qui è previsto – già a partire dal nuovo anno accademico 2022/2023 e per i prossimi 19 anni – il collocamento di tutta la Scuola di restauro dell’Accademia di Belle arti, con i relativi laboratori e il centro di diagnostica.

Con la collaborazione anche dei Musei civici di Verona, la Dogana di terra diviene, così, il primo centro integrato per il restauro dei beni culturali della Regione Veneto, con potenzialità didattiche e applicative a tutto tondo: dalla pittura ai mosaici, al legno, alla ceramica, ai lapidei.

In gestione alla Soprintendenza dagli anni Settanta.

Il complesso monumentale della Dogana di terra è uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica del nostro paese: realizzato su progetto dell’architetto Alessandro Pompei tra il 1745 e il 1748, l’edificio conserva intatto il fascino del suo quadriportico di ben 1200 mq. Di proprietà del demanio dello Stato, è in consegna alla Soprintendenza di Verona dagli anni Settanta del secolo scorso. Dal 2015, trasferiti tutti gli uffici della nuova Soprintendenza integrata nella sede di San Fermo, il complesso è stato destinato ad attività tecniche complementari, collocando nell’ala sinistra l’Ufficio esportazione, il caveau blindato e i laboratori di archeologia e antropologia, mentre era già da tempo attrezzato come laboratorio di restauro il lato di fondo, la cosiddetta Stallia.

Nel 2018 si sono conclusi i lavori di restauro e di adeguamento funzionale dell’ala sinistra dell’edificio, realizzati con finanziamenti ministeriali.

Nell’ottobre 2020 è stato concordato il trasferimento nella stallia anche dei laboratori mosaico-lapideo e dipinti murali dell’Accademia di Belle arti di Verona per lo svolgimento congiunto di attività di studio e di ricerca nel settore del restauro dei beni culturali.

Tutelare la bellezza e il valore storico del territorio.

Il laboratorio di restauro della ex Soprintendenza storico-artistica è operativo da decenni mentre dal 2003 l’Accademia ha inaugurato il corso triennale in Restauro – dal 2012 quinquennale – e ha per questo allestito un laboratorio di diagnostica con attrezzature e impianti d’avanguardia e una sala posa equipaggiata per la restituzione fotografica dei manufatti.

“Tra le azioni previste dall’accordo”, sintetizza il soprintendente Tinè, “rientra in primis la completa tutela e valorizzazione del palazzo della Dogana, preservandolo dal degrado fisico e funzionale e garantendone il mantenimento grazie all’utilizzo come polo integrato di restauro, studio, ricerca, diagnostica, formazione e valorizzazione dei beni culturali”.

“Credo che questo luogo sia una bellissima sintesi di tutela e valorizzazione, il risultato di un percorso che è fatto sia del conoscere che del vivere un’esperienza”, commenta il sindaco Tommasi. “Un ruolo educante nella formazione è quello dello spazio, e portare qui i ragazzi che dovranno essere parte attiva della salvaguardia del nostro patrimonio rappresenta un elemento in più che rende questa attività unica. Guardando al futuro della valorizzazione dei beni, è fondamentale seminare nei giovani la passione e la voglia di tutelare la bellezza e il valore storico del territorio attraverso esperienze sul campo”.

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