Crollo della Stella in Arena, chiuse le indagini per sei: danneggiamento colposo

Verona, dopo il crollo della Stella sui gradoni dell’Arena chiuse le indagini per sei: l’ipotesi è il danneggiamento colposo.

Crollo della Stella in Arena, chiuse le indagini: danneggiamento colposo per sei. Il 23 gennaio dello scorso anno, la Stella di Natale, che dal 1984 era il simbolo natalizio di Verona nel mondo, crollò sui gradoni dell’Arena. Ora, a distanza di oltre un anno, le indagini del pubblico ministero hanno portato a identificare sei figure chiave che sarebbero responsabili dell’incidente.

L’accusa principale è la “cooperazione in danneggiamento colposo del patrimonio archeologico“, prevista dall’articolo 733 del codice penale. Secondo l’ipotesi della Procura, il crollo, avvenuto durante le operazioni di smontaggio della scultura, sarebbe stato causato dal fatto che gli operai, incaricati dalla Metal System su commissione della Fondazione Verona per l’Arena, non avrebbero separato completamente la coda dal basamento. Il risultato fu che, al sollevamento della coda, il basamento cadde precipitando fino alla cavea dell’anfiteatro, distruggendo il profilo dei gradoni in quella porzione dell’Arena.

Gli indagati.

Tra gli indagati figurano i due operai della Metal System, accusati di non aver eseguito le operazioni a regola d’arte, in particolare per non aver ancorato il basamento durante le operazioni di sollevamento. Oltre a loro anche Shkelqim Yryku, presidente del Cda della Metal System. Coinvolto per aver accettato l’incarico senza richiedere e acquisire i disegni e le istruzioni necessarie per una corretta esecuzione.

Ignazio Scola, in qualità di direttore dei lavori nominato dalla Fondazione, è stato citato per non aver fornito adeguate istruzioni alla Metal System e per non aver eseguito i necessari controlli personali. Giorgio Pasqua di Bisceglie, presidente della Fondazione Verona per l’Arena, e Raffaella Gianello, coordinatrice dell’Area lavori pubblici del Comune e Conservatore dell’anfiteatro Arena, sono stati chiamati in causa per presunte omissioni nella tutela del patrimonio, con l’accusa di non aver esercitato adeguati controlli e vigilanza.

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