Premio innovazione 4.0 a una studentessa dell’università di Verona: presto il brevetto

Jolanda Luongo vince il Premio innovazione grazie ad un progetto in ambito sanitario: presto il brevetto.

Si chiama Jolanda Luongo, ha 30 anni e vive a Soiano del Lago, in provincia di Brescia, ma ha studiato all’università di Verona. È lei la vincitrice della sesta edizione del Premio innovazione 4.0 promosso dal comitato scientifico industriale di A&T nel corso della cerimonia che ha chiuso la tre giorni di Torino.

Una manifestazione che, attraverso l’esposizione di tecnologie industriali di ultima generazione e un programma contenutistico tarato sulle reali esigenze delle imprese, lancia al Paese e alle istituzioni un messaggio chiaro: gli imprenditori chiedono concretezza.

Il progetto vincitore.

Il progetto di ricerca scelto come il più innovativo d’Italia rientra nell’ambito della diagnostica sanitaria: Avio-TC è un’unità mobile aviofunzionante, trasportabile via aereo, nel caso anche su gomma, immediatamente utilizzabile non appena giunta a destinazione. L’idea, presentata per la prima volta in sede di discussione della tesi di laurea all’Università degli studi di Verona dalla giovane studentessa, ha sin da subito ottenuto grande attenzione grazie al carattere fortemente innovativo, che di fatto ribalta il concetto di prestazione sanitaria: la diagnostica a casa del paziente.

La soluzione infatti prevede un’unità di Tac in mobilità grazie a una pavimentazione integrata, che consente di eseguire esami diagnostici in condizioni e luoghi non di facile accesso o approdo, come ad esempio territori di guerra o dissestati a causa di calamità naturali. Questo perché si tratta di una tecnologia aviotrasportabile, con la possibilità di eseguire l’esame direttamente a bordo dell’aereo, parcheggiato in aree di sosta aereoportuali o su campi di atterraggio di emergenza.

La ricerca e l’innovazione al servizio delle persone: presto il brevetto.

Date le premesse, l’oggetto di studio diventerà presto un brevetto con l’obiettivo di realizzare una unità mobile Tac e portare la sala diagnostica direttamente dal paziente, fuori dal contesto ospedaliero. La tecnologia e l’ingegno al servizio della salute: questa è la motivazione che ha portato i componenti del Comitato Scientifico Industriale di A&T a premiare la giovane studentessa veneta.

In occasione della cerimonia di premiazione, che ha sancito anche la chiusura della tre giorni di manifestazione fieristica di Torino, è stato consegnato alla vincitrice un oggetto realizzato da Prima additive (business unit del gruppo Prima industrie) attraverso la tecnologia della stampa 3D.

Una grande adesione anche dopo la pandemia.

La cerimonia del pomeriggio ha chiuso la sedicesima edizione della Fiera Internazionale A&T che ha visto registrare numeri incoraggianti: ripetuto il numero di visitatori unici, 16 mila persone, dell’ultima edizione in presenza nel 2020. 400 espositori provenienti da tutta Italia; più di 4.000 tecnologie presentate e testate dal pubblico; 3 grandi eventi, 8 convegni, oltre 70 tra media e giornalisti accreditati e transitati nei tre giorni di manifestazione.

Non è stato semplice, pianificando questa nuova edizione, ipotizzare dei risultati attendibili, proprio perché è come se si fosse organizzato il numero zero di A&T, c’è un prima e un dopo pandemia da considerare. I numeri ci hanno positivamente sorpreso, le aziende hanno aderito con grande entusiasmo e ottimismo, non abbiamo infatti avuto difficoltà a organizzare un programma di altissima qualità. Il pubblico ha premiato il nostro sforzo, confermando che ciò che oggi più mai serve alle imprese è concretezza e condivisione. Tra gli stand dell’Oval Lingotto, davanti ai maxischermi, nelle piazze dei workshop si è percepito il desiderio di gettare il cuore oltre l’ostacolo lavorando compatti per crescere in termini di competitività e di cultura, e l’innovazione ne è la sintesi perfetta” ha dichiarato Luciano Malgaroli, CEO della Fiera A&T.

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