Acqua alle malghe della Lessinia, progetto “rivoluzionario” da 7 milioni

Progetto di Acque Veronesi per estendere la rete idrica alle malghe della Lessinia.

Portare acqua alle malghe: è stato già definito “il più grande investimento pubblico mai realizzato dai Comuni della Lessinia”, ed è stato presentato, sabato 20 maggio, dai Comuni di Bosco Chiesanuova, Erbezzo e Sant’Anna d’Alfaedo per estendere la rete idrica a una novantina di malghe dell’Alta Lessinia.

Il progetto, illustrato a proprietari e conduttori di malghe invitati nella Sala Olimpica del Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova, prevede la posa di 26 km di tubazioni e cavidotti e la realizzazione dei serbatoi, degli impianti di rilancio e dei manufatti utili lungo i percorsi individuati, nei tre Comuni, da Acque Veronesi che è il soggetto attuatore. Il progetto è frutto di un investimento pubblico pari a 7,5 milioni di euro, dei quali 7 milioni di euro provenienti dai Fondi erogati ai tre Comuni di Confine per questo progetto di area vasta, circa 200 mila euro da Acque Veronesi e 300 mila euro dall’Ato.

Il progetto.

Ma come portare l’acqua alle malghe della Lessinia? Acque Veronesi ha illustrato tecnicamente il progetto che, attraverso condotte in acciaio da 80-150 mm, renderà disponibile l’acqua, potabile e di qualità controllata, per circa 4500 paghe distribuite nei tre comuni coinvolti. Non solo, nel medesimo scavo ci sarà la predisposizione per il passaggio della fibra ottica e della corrente elettrica. L’acqua proverrà principalmente dal campo pozzi di Dolcé e il cronoprogramma prevede l’avvio dei lavori entro il 2023, con 3 squadre contemporaneamente impiegate in cantieri mobili per 570 giorni naturali consecutivi. Anche se la volontà dichiarata dal soggetto attuatore è di contrarre le tempistiche una volta

I sindaci.

Un’opera attuale, indispensabile per salvaguardare gli alti pascoli, la qualità di vita del bestiame e, di conseguenza, di latte e formaggio – ha evidenziato Claudio Melotti, sindaco di Bosco Chiesanuova, dove sono interessate al progetto una cinquantina di malghe -. Ma essenziale anche per dare uno sviluppo futuro alle malghe, orientato all’accoglienza e al turismo sostenibile. Un impegno pubblico eccezionale, frutto di tanto lavoro da parte mia e dei colleghi sindaci Campedelli e Campostrini, che siamo fiduciosi verrà colto per quello che è: un’opportunità irrinunciabile per proprietari e conduttori di malghe ai quali abbiamo chiesto la disponibilità di aderire e trovare una soluzione solidaristica, per lo step 2 degli allacciamenti alla singola proprietà, che metta tutti, anche i più piccoli o più lontani dal punto di arrivo della rete idrica, nelle condizioni di avvantaggiarsi di questo progetto che non è esagerato definire epocale”.

Tema, quello degli allacciamenti, di cui si parlerà nei prossimi mesi negli incontri organizzati nei singoli Comuni. Mentre le amministrazioni già si stanno adoperando, insieme, per reperire ulteriori risorse da impegnare nel progetto, come racconta Lucio Campedelli, sindaco di Erbezzo: “Probabilmente la formula più efficace sarà quella di riunire tutti i proprietari in un’associazione consortile che possa accedere ad ulteriori contributi, ad esempio dal PSR. Alla base, ci deve essere la consapevolezza che stiamo investendo tantissimi soldi pubblici a beneficio dei nostri territori perché abbiano una ricaduta positiva per l’intera Comunità. I sottoservizi non pagano in termini di consenso ma la scelta di Erbezzo, Sant’Anna d’Alfaedo  e Bosco Chiesanuova è coraggiosa e di prospettiva perché darà i suoi frutti nel medio termine“.

In attesa di aggiudicare a brevissimo la gara e di partire con i lavori nei prossimi mesi, le tre amministrazioni programmeranno degli incontri con i diretti interessati per ottenere le autorizzazioni e condividere la soluzione migliore per determinare un parametro di equità e solidarietà sul quale calcolare il contributo a carico dei singoli proprietari per l’allacciamento. L’unione fa la forza, come ribadisce Raffaello Campostrini, sindaco di Sant’Anna d’Alfaedo: “Questo progetto è l’esempio di come il territorio abbia saputo fare squadra, dimostrando di saper mettere insieme risorse per la salvaguardia del nostro maggiore patrimonio, gli alti pascoli. Del beneficio che ne trarrà ogni malga, ne gioverà tutta la comunità. Per questo è imprescindibile che ci sia la stessa collaborazione e gioco di squadra tra i proprietari. E siamo certi che ci sarà“.

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