Sussidi di disoccupazione: quali sono e come funzionano in Italia

L’Italia è un paese particolare, caratterizzato da un’incredibile bellezza naturalistica, da una ricchezza culturale senza precedenti ma anche da cose molto meno felici. Tra queste è difficile non citare la disoccupazione, tristemente molto elevata anche tra i giovani (anche se non dappertutto). Il problema non è recente bensì affonda le sue radici nel passato del paese, dove tra politiche scellerate e scelte opinabili c’è sempre stato un complesso mercato del lavoro in cui è molto facile non ritrovarsi.

Per questo motivo moltissimi cercano di trovare quanta più assistenza finanziaria possibile per gestire le proprie finanze mentre non lavorano. Un esempio di assistenza finanziaria per così dire è rappresentato dai sussidi di disoccupazione, ovvero un istituto giuridico a favore dei soggetti che si trovano in uno stato di disoccupazione involontaria. Questo sussidio serve come compensazione del mancato guadagno ed è elargita in maniera proporzionale al reddito da lavoro precedentemente percepito.

In linea generale esistono tre diverse tipologie di indennità:

  • Nuova assicurazione sociale per l’impiego (NASpI)
  • Indennità di disoccupazione per i collaboratori (DIS-COLL)
  • Assegno di disoccupazione, rinominato prima come Reddito di Inclusione, poi come Reddito di cittadinanza e poi ancora come “carta solidale per acquisti di beni di prima necessità.

Scopriamo più da vicino come funzionano questi 3 diversi sussidi.

Cosa bisogna sapere sulla NASpI

La nuova assicurazione sociale per l’impiego è la più nota indennita mensile legata alla disoccupazione. Questa è disciplinata dal D.Lgs 22/2015 ed è rivolta a:

  • lavoratori subordinati (compresi apprendisti e soci di cooperativa)
  • operai agricoli a tempo indeterminato delle cooperative o consorzi

Questo sussidio è riconosciuto ai lavoratori che hanno perso involontariamente la propria occupazione e che rispettino contemporaneamente 2 diversi requisiti:

  • Risultino in stato di disoccupazione;
  • possano aver fatto valere, nei 4 anni precedenti all’inizio della disoccupazione, almeno 13 settimane di contribuzione;


Prima del 1 gennaio 2022 era necessario rispettare un terzo requisito ovvero:

  • il poter far valere un minimo di 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi che precedono la disoccupazione.

La cosa importante da ricordare è che la NASpI si può concedere unicamente ai dipendenti che hanno perso il lavoro per cause che non dipendono dalla loro volontà; oltre al licenziamento quindi è possibile ottenere la NASpi anche per dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro in ambito di procedura conciliativa.

L’importo della NASpI è rapportato alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali dei 4 anni precedenti, divisa per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicata per un coefficiente numerico fisso (4.33). A decorrere del primo giorno del sesto mese di frizione l’importo del sussidio diminuisce del 3% ogni mese; per i lavoratori che hanno compiuto il 55esimo anno di età questa riduzione viene posticipata al primo giorno dell’ottavo mese.

Per poter usufruire della NASpi è necessario presentare richiesta all’INPS entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro

Cosa bisogna sapere della DIS-COLL

Introdotta dall’art.15 del D.Lgs. n.22/2015m questa forma di indennità è indirizzata a chi lavora con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa ed è anche iscritto in via esclusiva alla gestione separata INPS, non pensionati e privi di partita IVA che hanno perso involontariamente la propria occupazione.

Per poter usufruire di questa indennità, il richiedente deve rispettare i seguenti requisiti:

  • stato di disoccupazione (risultante da dichiarazione di responsabilità)
  • possa far valere almeno 3 mesi di contribuzione nel periodo che dal 1 gennaio dell’anno solare precedente l’evento di cessazione dal lavoro alla cessazione vera e propria del lavoro
  • possa far valere, nell’anno solare in cui si è verificata la cessazione del lavoro, almeno un mese di contribuzione o un rapporto di collaborazione della durata di un mese. Questa collaborazione deve aver dato luogo a un reddito almeno pari alla metà dell’importo che da diritto all’accredito di un mese di contribuzione.

Il sussidio viene erogato mensilmente per una cifra pari al 75% del reddito imponibile dichiarato ai fini previdenziali, diviso il numero di mesi di contribuzione; il periodo massimo di erogazione in è stato recentemente innalzato a 12 mesi e segue una decrescita progressiva del 3% per ogni mese successivo al sesto esattamente come accade per la NASpI. Se il rapporto di lavoro è stato interrotto volontariamente dal richiedente, la decrescita progressiva inizia a partire dal quarto mese ed ha un’erogazione massima pari a 6 mesi.

Per poter usufruire dell’indennità il lavoratore deve presentare apposita richiesta all’INPS entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. La prestazione decorre a partire dall’ottavo giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro.

Una cosa che non tutti sanno è che la DIS-COLL si può cumulare con le prestazioni di lavoro occasione a patto che la somma lorda di queste ultime rientri nei limiti di 5.000 € l’anno.

Assegno di disoccupazione, REI, Reddito di Cittadinanza e Carta solidale per acquisti di beni di prima necessità: cosa bisogna sapere.

Fino al 2016 chi percepiva tutta l’assicurazione sociale per l’impiego senza trovare un nuovo impiego poteva richiedere un particolare tipo di sussidio chiamato ASDI, o assegno di disoccupazione. Questo sussidio è stato successivamente rimodulato in forme e nomi diversi, passando da REI (reddito di inclusione) all’arcinoto reddito di cittadinanza.

Nel 2023 quest’ultimo ufficialmente scomparirà dai radar per trasformarsi nella carta solidale per acquisti di beni di prima necessità. Questi misura, accessibile da parte di chi ha un ISEE non superiore ai 15.000 €, prevede un singolo contributo economico per nucleo familiare pari a 382,50 € attraverso un’apposita carta elettronica di pagamento rilasciata da Poste Italiane.

A margine di tutto ciò è importante conoscere l’esistenza dell’assegno di ricollocamento, ovvero uno strumento che permette alle persone di ricollocarsi presso il mercato del lavoro. Questo sussidio può essere impiegato unicamente presso i soggetti che forniscono servizi per la ricerca di occupazione come centri per l’impiego o enti accreditati ai servizi per il lavoro.

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