“Ristorazione a Verona, per 3 imprese su 4 crollo verticale degli affari”

Plateatici prorogati: ma per Confcommercio Verona la situazione dei pubblici esercizi rimane difficile.

Il settore della ristorazione a Verona non è ancora uscito dalla crisi. Anzi, tutt’altro, a sentire i vertici di Confcommercio. L’amministrazione di palazzo Barbieri ha deciso di concedere una proroga per circa 600 plateatici, 450 dei quali istituiti o allargati con nulla osta temporanei concessi per Covid da maggio 2020. La situazione per imprese e pubblici servizi resta pesante, ma secondo il presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena si tratta comunque di un risultato positivo.

“Apprezziamo il riscontro positivo del Comune di Verona alla nostra richiesta di prorogare i plateatici provvisori e temporanei in scadenza al 31 marzo. Di fatto palazzo Barbieri ha approvato il differimento fino al 30 giugno prevedendo già da ora il prolungamento automatico delle concessioni per le successive scadenze, in linea con le future disposizioni del governo: anche in questo caso si andrà incontro a uno snellimento della burocrazia e ad un accorciamento delle tempistiche a vantaggio delle attività economiche interessate”.

Momento delicato per gli imprenditori della ristorazione a Verona.

Ma il momento per le imprese del settore dei pubblici esercizi resta quanto mai delicato: “L’improvviso rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’energia dopo due anni di Covid ha fatto ricadere gli imprenditori del settore nella nebbia dell’incertezza”, commenta il presidente di Fipe-Confcommercio Verona Paolo Artelio

“Vero che dal primo aprile si tornerà gradualmente verso la normalità ma ci portiamo dietro è una eredità pesante: quello che doveva essere l’anno della ripartenza, il 2021, ha mantenuto la promessa solo per il 16% delle imprese, i cui fatturati sono cresciuti, mai però più del 10%. Per il 73% degli imprenditori, invece, il calo del volume di affari è stato verticale, a causa delle lunghe limitazioni con conseguente contrazione dei consumi”. 

Meno entrate e bollette più care.

“Gli italiani – aggiunge Artelio – hanno speso oltre 24 miliardi di euro in meno, quasi 500 mila euro dei quali solo nel Veronese, nei servizi di ristorazione rispetto al 2019, con un calo del 28%. Oltre a questo, c’è stata la “scomparsa” di 194mila posti di lavoro rispetto al periodo pre-covid su scala nazionale”. 

“L’87% degli imprenditori – riprende Arena, mettendo l’accento sul caro energia – ha registrato un aumento della bolletta energetica fino al 50% e del 25% per i prodotti alimentari. Rimangono tuttavia contenuti gli aumenti dei prezzi ai consumatori: nel febbraio 2022 lo scontrino medio è salito solo del 3,3% rispetto a un valore generale dei prezzi aumentato del 5,7%. E il 56% di bar e ristoranti non prevede di rivedere a breve il rialzo dei propri listini prezzi”. 

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