Catullo, Bertucco non ci sta: “Così restiamo schiavi di Venezia”

Il destino dell’aeroporto Catullo di Verona secondo il consigliere di Sinistra in Comune.

 Il destino dell’aeroporto Catullo saldamente in mani private. Quelle di Save, per la precisione. Secondo il consigliere di Sinistra in Comune Michele Bertucco è questo che accadrà dopo la decisione dei soci pubblici di sciogliere Aerogest, la società  che detiene il 47,02 per cento delle quote dell’aeroporto scaligero.

“Alla fine è andata come avevamo previsto – spiega Bertucco -. I soci pubblici sciolgono Aerogest e rimane Save come socio privato. Dopo continui interventi della Lega e del consigliere Valdegamberi (Lista Zaia) sulla necessità di “cacciare” Save dall’aeroporto. Il presidente della Provincia di Verona Scalzotto (Lega), il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti (Lega), il sindaco di Verona Federico Sboarina hanno deciso assieme agli altri soci pubblici di sottoscrivere l’aumento di capitale sociale, di sciogliere la società Aerogest (che doveva già essere chiusa da tempo in base alla Legge “Madia”) e di fregarsene assolutamente delle richieste dei leghisti nostrani che per mesi hanno ululato alla luna chiedendo di cacciare Save e dimenticando che in una Spa se l’azionista non vende non si caccia nessuno”.

E’ l’abc del diritto – prosegue Bertucco -. Quello che manca ancora una volta è la visione del futuro del Catullo: occorre chiarire i rapporti con Save, il socio privato che la politica di centrodestra si era tirata in casa per evitare il default. Era chiaro fin dall’inizio, ma lo è con ancora più drammaticità in questo momento, che Save non lavora per Verona ma per Venezia, rispetto alla quale lo scalo scaligero si configura come un satellite”.

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