Catullo, aeroporto da rifare: aumento di capitale e cantieri entro l’anno

Verona, i soci pubblici del Catullo decidono per l’aumento di capitale.

Si riunirà giovedì prossimo, 15 aprile, l’assemblea dei soci di Aerogest, durante la quale verrà deliberata la messa in liquidazione della società. Un passaggio dovuto per effetto della Legge Madia 124 del 2015, che prevede la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, per ridurre il numero delle società partecipate al fine di un contenimento della spesa.

Aerogest srl è la società che rappresenta i quattro soci pubblici dell’Aeroporto Catullo, con obiettivi e strategie condivise in rapporto all’interesse del territorio di riferimento. Aerogest detiene il 47,02 per cento delle quote dell’aeroporto scaligero. Ed è costituita da Comune di Verona (che possiede il 4,69 per cento delle quote del Catullo), Provincia di Verona (con il 9,73%), Provincia Autonoma di Trento (14,23%) e Camera di Commercio di Verona (18,36%).

I quattro soci pubblici, oltre allo scioglimento di Aerogest, hanno anche deciso di aderire all’aumento di capitale dell’Aeroporto Catullo, per le quote di competenza. E quindi di assicurare l’attuale equilibrio, con il socio privato Save che detiene circa il 40 per cento. Già dal 2019 sono in programma investimenti per circa 30-35 milioni di euro, l’importo definitivo si avrà al termine delle valutazioni e della stesura del nuovo Piano di sviluppo aeroportuale e del Piano finanziario, alla luce di quanto successo nell’ultimo anno. Una volta messa in liquidazione Aerogest, gli stessi soci sottoscriveranno una convenzione per tenere inalterate le modalità operative che hanno funzionato finora.

“Oggi, ufficialmente, come soci pubblici ribadiamo il nostro impegno per sostenere l’aeroporto Catullo – ha detto l’amministratore unico di Aerogest Giuseppe Riello -. Un dovere vista l’importanza di questo asset per l’economica del nostro territorio. Usciamo da un anno devastante in termini numerici, il Catullo ora ha bisogno di ripartire e di farlo nelle migliori condizioni, quindi con investimenti già programmati e definiti. Aerogest, che quando è nata è stata una grande intuizione, perché ha consentito di mettere all’interno di una società di capitali le amministrazioni pubbliche, ora per effetto della Legge Madia deve essere liquidata. Un passaggio obbligato, nonostante il quale vogliamo continuare ad essere coesi anche nei confronti del socio privato Save che detiene il 40 per cento circa delle quote dell’aeroporto.

Ecco perché sottoscriveremo una convenzione per mantenere queste modalità operative, pur non esistendo più Aerogest. Si arriverà così, nei prossimi mesi, all’aumento di capitale della Catullo. Un’operazione che ci permetterà di veder partire nello scalo veronese i primi cantieri, per una ristrutturazione complessiva ormai necessaria. Abbiamo bisogno di un aeroporto funzionale, bello e all’avanguardia, era già stato deciso tutto a fine 2019, con l’approvazione del Piano di Sviluppo Aeroportuale, ma la pandemia ha bloccato l’intervento. Brinderemo quando vedremo la prima gru. Manca solo una firma, dopodiché chi ha già vinto la gara può iniziare i lavori. L’obiettivo è realizzarli quanto prima”.




Note sull'autore