Il “giardiniere” che salva la foresta amazzonica con la sua cacca

L’arma segreta per salvare l’Amazzonia è la cacca di tapiro, che salva la foresta con la sua cacca: al via il Tapir Day.

Una delle armi più potenti per rigenerare l’Amazzonia è la cacca di tapiro, e il Parco Natura Viva di Bussolengo ne ospita due esemplari. Questo imponente mammifero sudamericano, da milioni di anni sulla Terra, ha un ruolo sorprendente nel ripristino delle foreste tropicali: diffonde centinaia di semi ogni giorno semplicemente con le sue feci.

Il tapiro è oggi considerato una delle soluzioni più naturali ed economiche per far rinascere le aree degradate dell’Amazzonia. Secondo uno studio pubblicato su Biotropica, in 135 campioni di escrementi sono stati trovati semi di 122 specie vegetali diverse, pronti a germogliare e dare nuova vita alla foresta.

Il Parco Natura Viva, che ospita Rondel e la giovane Alba, rilancia l’importanza di questa specie in occasione del Tapir Day, che si celebra il 27 aprile in tutto il mondo. “Il tapiro è un grande mangiatore di frutta e cammina per chilometri ogni giorno, depositando semi ovunque – spiega Katia Dell’Aira, responsabile Education del parco –. È il vero ‘giardiniere’ della foresta”.

E non è tutto: i tapiri sembrano preferire le foreste bruciate o disboscate, dove la luce filtra meglio e crescono nuovi germogli. Proprio lì, secondo gli studi, defecano di più e diffondono una quantità di semi tre volte superiore rispetto alle aree intatte. Un comportamento che aiuta la natura a ricostruirsi, alberello dopo alberello.

Minacciato dalla deforestazione e dall’espansione umana, il tapiro è scomparso da metà del suo areale originario in paesi come l’Argentina. Ma il suo valore ecologico è oggi più che mai riconosciuto: la sua cacca potrebbe essere la chiave per far rifiorire l’Amazzonia.