Ponte della Befana, 33 farmacie aperte a Verona e provincia. Problema farmaci introvabili

Sono 33 le farmacie aperte a Verona e provincia durante il ponte della Befana.

Nel lungo ponte della Befana a partire dalla serata di oggi giovedì 5 gennaio e fino alle ore 9 di lunedì 9 gennaio sono 33 le farmacie territoriali aperte, che si alterneranno in turno di Guardia Farmaceutica garantendo alla cittadinanza la copertura sanitaria H24 in tutta la provincia scaligera. A queste si devono aggiungere le farmacie aperte in deroga e tutte quelle in consueto orario di apertura giornaliera.

“I cittadini ci stanno chiedendo con insistenza se saremo aperti anche durante questi ultimi giorni delle festività natalizie – spiega Elena Vecchioni presidente Federfarma Verona – e noi ci sentiamo in obbligo di rassicurarli, in particolare sui presidi salvavita come le bombole di ossigeno, perché la copertura offerta da tutte le farmacie territoriali della provincia di Verona è massima di giorno e di notte. La forte richiesta di assistenza farmacologica riguarda soprattutto le patologie respiratorie con tutte le complicanze annesse, tosse e bronchiti”.

“A questo proposito – aggiunge – segnalo che stanno, anche se molto lentamente, rientrando alcune molecole come il paracetamolo, in particolare nella formulazione sciroppo, l’ibuprofene 400-600 mg e anche ad uso pediatrico. Continua comunque l’impegno delle farmacie a trovare alternative valide alle indisponibilità come accaduto in questi giorni con l’impiego dei farmaci equivalenti e anche delle preparazioni galeniche a opera dei laboratori delle singole farmacie, laddove possibile, soprattutto per quanto riguarda gli antinfiammatori. Siamo in stretta collaborazione con i medici di medicina generale per eventuali aggiornamenti delle terapie. Si tratta di un  periodo complesso provocato dalla forte richiesta dei pazienti colpiti da Covid 19 o dall’influenza stagionale cui si devono aggiungere le “normali” patologie da raffreddamento sia virali che batteriche. Ricordo, infine, che la carenza dei farmaci in oggetto è provocata da un deficit a livello globale della catena produttiva”.

Il problema dei farmaci introvabili.

“La interrelazione che, soprattutto in regime emergenziale, è stata un vanto della nostra categoria sommata alla fattiva collaborazione con i medici di medicina generale e i medici ospedalieri, permette di aggirare al momento qualsiasi criticità ricorrendo a farmaci biologicamente uguali distribuiti sotto attento controllo del farmacista – sottolinea Gianmarco Padovani vicepresidente Federfarma Verona –  o alternative terapeutiche fornite dai medici stessi dopo confronto col distributore. La carenza di questi farmaci è indubbiamente causata da un maggior utilizzo di questi prodotti per il trattamento domiciliare dei sintomi del Covid sommatosi al ritorno di una sindrome influenzale veemente, cui da anni non eravamo più abituati, ma non solo. Tra i fattori scatenanti, infatti, anche il problema dell’aumento dei costi dell’energia e del caro carburante che si riversano sulle imprese produttrici e sulla catena distributiva, con inevitabili rallentamenti, non essendo possibili fluttuazioni del prezzo dei farmaci, che è deciso dallo Stato. Infine, tra le ragioni della carenza anche gli effetti della crisi internazionale, con difficoltà di approvvigionamento legate non solo ai principi attivi ma altresì ai materiali necessari per il confezionamento dei prodotti farmaceutici come il vetro delle fiale, la pellicola di alluminio che chiude il blister o la plastica conformata per alloggiare le compresse. Ricordo, infine, che la medicina territoriale ha accompagnato i pazienti-utenti in questi anni, in maniera attenta e doverosa superando l’emergenza e sono certo che ora vi sarà una risposta altrettanto puntuale”.

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