Occhio alle truffe del porta a porta, potrebbero costare 7mila euro

Adiconsum Verona mette in guardia sulle truffe del porta a porta.

Occhio alle truffe del porta a porta: a mettere in guardia i veronesi ci pensa Adiconsum Verona. Nel mirino di nuovo i casi di vendite porta a porta scorrette. “In questi giorni – fa sapere Adiconsum – riceviamo numerose segnalazioni da parte di consumatori veronesi che si sono visti richiedere la corresponsione di cifre importanti, in alcuni casi anche 7000 euro, a seguito di una visita a domicilio”.

La dinamica pare essere sempre la stessa: un incaricato della società specializzata nella vendita porta a porta si reca presso l’abitazione del cittadino sottoponendogli la sottoscrizione di un modulo per il rilascio di una “tessera sconto”. Il venditore fornisce informazioni parziali circa la natura del rapporto, specificando che la firma del documento non dà vita ad alcun tipo di impegno economico: il consumatore semplicemente accetta di visionare il catalogo pubblicitario della ditta.

Solo successivamente, dopo qualche mese, il malcapitato viene nuovamente contattato da un altro agente che specifica come il modulo in questione sia un contratto vero e proprio finalizzato all’acquisto di merce per qualche migliaia di euro. A quel punto il consumatore dovrebbe comunicare la volontà di restituire gli omaggi lasciati durante la prima visita. Tuttavia, se non si è accorti, il venditore insiste, e si viene indotti a sottoscrivere un nuovo contratto, a firmare un finanziamento e a consegnare qualche centinaia di euro a titolo di acconto.

“Quanto sopra descritto – sostiene Adiconsum – identifica una pratica commerciale scorretta, vietata del Codice del Consumo, che deve essere denunciata”. Adiconsum Verona ricorda infatti che “è fatto obbligo ai professionisti che vendono porta a porta di fornire al consumatore informazioni chiare e comprensibili sul contratto compresi l’esistenza delle norme sulla garanzia legale e una lettera tipo per esercitare il diritto di recesso. Il termine dei 14 giorni per far valere il diritto di ripensamento decorrono dal momento in cui si riceve la merce a casa. La norma, tra l’altro, fa riferimento agli acquisti online, per telefono, per corrispondenza, e al di fuori degli esercizi commerciali, come le vendite a domicilio, per strada e nelle gite organizzate”.

Nei casi come quello sopra descritto, entro il termine citato dalla consegna dei beni, si può liberamente sciogliere il rapporto chiedendo in restituzione gli eventuali acconti versati. Rimane a carico del consumatore l’obbligo di inviare la comunicazione di recesso e riconsegnare a proprie spese l’eventuale merce consegnata.

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