Scoperta mega frode fiscale nei prodotti petroliferi, sequestrati beni per 2 milioni: coinvolta anche Verona

Frode fiscale scoperta dalle Fiamme Gialle di Rovigo, maxi sequestro di beni.

Frode fiscale scoperta dalle Fiamme gialle di Rovigo, mega sequestro di beni, coinvolte anche società della provincia di Verona. La Guardia di finanza di Rovigo ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, immobiliari, autoveicoli e quote sociali, per un valore di 2 milioni 145mila euro. Il provvedimento è stato preso nei confronti di una società di capitali a responsabilità limitata polesana, operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi e lubrificanti a uso autotrazione e riscaldamento, la quale avrebbe “consapevolmente annotato in contabilità e fatto confluire nelle proprie dichiarazioni fiscali ai fini dell’imposta sul valore aggiunto, per il periodo 2017-19, elementi passivi fittizi documentati da fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, emesse da entità societarie “cartiere” e/o “filtro”, con sedi sparse sull’intero territorio nazionale”.

Le indagini avrebbero consentito di accertare come le fatture siano state emesse da società di Milano, Roma, Napoli e della provincia di Verona, molte delle quali già sottoposte a indagini e amministrate, secondo gli investigatori, da soggetti prestanome, pluripregiudicati anche con precedenti specifici per reati connessi all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Complessivamente sono stati 9 i soggetti segnalati alla locale Procura della Repubblica per emissione e utilizzo delle false fatture.

I prodotti petroliferi acquistati dalla società polesana (perlopiù gasolio per autotrazione), di provenienza comunitaria, mediante l’evasione dell’imposta sul valore aggiunto dovuta a monte, venivano poi introdotti nel territorio nazionale a prezzi sensibilmente inferiori a quelli di mercato, con conseguente alterazione della libera concorrenza.

Il sistema sortiva così il duplice effetto di evadere l’imposta sul valore aggiunto dovuta nel commercio dei carburanti e di ottenere maggiore competitività sul mercato a danno degli operatori onesti del settore. Le fatturazioni false accertate sono risultate essere pari a circa 10 milioni di euro, a cui corrisponde un’Iva indebitamente detratta pari a oltre 2 milioni di euro.

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