Fossili della Val d’Alpone patrimonio Unesco, il dossier è arrivato a Roma

La Val d’Alpone si candida a patrimonio Unesco.

La prima bozza del dossier per richiedere l’iscrizione della Val D’Alpone nel patrimonio Unesco dell’Umanità è stata presentata al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica a Roma. La zona è nota soprattutto per i suoi siti di pesci fossili e il documento è stato redatto dall’Associazione Temporanea di Scopo “Val d’Alpone – faune, flore e rocce del Cenozoico”. Questo passaggio è obbligatorio nell’ambito dell’iter di riconoscimento e serve a verificare la coerenza e la correttezza della documentazione, dopo essere stati inclusi nella Tentative List italiana.

Una volta completata la verifica a livello ministeriale, il dossier verrà depositato a Parigi in attesa della valutazione da parte del Comitato del Patrimonio mondiale dell’Unesco. Il titolo scelto dall’Associazione Temporanea di Scopo, di cui fa parte anche il Consorzio di Tutela del Soave, è “I fossili di Bolca nell’eco-sistema marino della Val D’Alpone” (Bolca, San Giovanni Ilarione e Roncà).

La Val d’Alpone è famosa per le sue rocce vulcaniche e sedimentarie marine che racchiudono giacimenti paleontologici del periodo Cenozoico o Terziario, che va da circa 65 milioni di anni fa, con il Paleocene, a circa 5 milioni di anni fa, con il Pliocene, con particolare attenzione all’Eocene. Questa zona è unica per la sua grande biodiversità di fauna e flora, oltre che per la straordinaria conservazione soprattutto dei pesci fossili, trovati principalmente nella Pesciara e nel Monte Postale di Bolca.

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