Chiara uccisa dal vicino di casa. Era entrato dal terrazzino: “L’ho spinta, ed è caduta”

Il delitto di Calmasino: Chiara uccisa dal vicino di casa.

I carabinieri di Verona non hanno quasi avuto dubbi fin da subito. E hanno puntato tutte le attenzioni sul vicino di casa di Chiara Ugolini, la ragazza di 27 anni trovata morta dal fidanzato ieri sera nel loro appartamento a Calmasino di Bardolino. E’ su di lui, che abita al piano terra della stessa palazzina, che si sono concentrate le indagini. “Dopo che il fidanzato ha trovato la ragazza esanime, intorno alle 19, ci siamo concentrati su un vicino di casa gravato da precedenti – hanno spiegato i carabinieri di Verona -. L’uomo era affidato in prova ai servizi sociali, con obbligo di restare in casa nelle ore serali, ed era uscito dal carcere lo scorso giugno. I reati di cui in passato era stato colpevole sono una rapina di oltre 10 anni fa e altri reati minori”.

Alcuni particolari hanno subito fatto capire che la pista del vicino di casa era quella giusta: l’uomo, 38 anni, di origini catanesi, sposato, non era in casa, aveva spento il cellulare e aveva prelevato intorno alle 19 di ieri dei contanti, 200 euro, al centro commerciale di Affi. La sua moto, una Yamaha R6 non era in garage. Alcuni testimoni hanno raccontato di averlo visto, alterato e con evidenti graffi sul viso, allontanarsi in fretta proprio a bordo della sua moto. L’omicidio con tutta probabilità è avvenuto tra le 17 e le 18 di ieri, domenica.

Sgomento a Palazzolo, dove Chiara giocava a pallavolo.

“Abbiamo avviato le ricerche all’aeroporto di Villafranca, nelle stazioni ferroviarie, ma non lo abbiamo trovato. Diramare poi le ricerche alla polizia stradale è stato vincente: pensavamo che volesse andare a sud, dove ha conoscenze”. Infatti il vicino di casa di Chiara è stato fermato intorno all’una di notte sull’autostrada A1, direzione sud, nei pressi di Firenze Impruneta. I graffi sul volto e i segni di sangue sul corpo dell’uomo hanno ulteriormente confermato i dubbi degli inquirenti.

L’uomo a quel punto avrebbe ammesso le sue responsabilità, precisando di essere entrato nell’abitazione di Chiara passando dal terrazzino dopo essersi arrampicato dall’esterno. Una volta entrato, Chiara l’ha sorpreso all’interno dell’appartamento: “L’ho spinta, ed è caduta”, avrebbe detto. Ammissioni che hanno portato inevitabilmente al fermo. L’accusa è di omicidio aggravato. Restano da accertare, e sarà l’autopsia disposta dal pm di turno a farlo, le cause della morte di Chiara. Nell’appartamento al terzo piano della palazzina di Calmasino non sono state trovate armi. Quanto al movente, il 38enne non avrebbe rivelato nulla. Tutte le ipotesi al momento restano in piedi.

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