Bimbe uccise a Porto San Pancrazio, proseguono le ricerche della madre. Ritrovata la borsa con il cellulare

Verona, proseguono le ricerche della madre delle due bimbe uccise.

Proseguono nella giornata di oggi, a Verona, le ricerche di Sachithra Nisansala Fernando Dewedra Mahawaduge, la donna originaria dello Sri Lanka accusata di aver ucciso, nella casa di accoglienza di Porto San Pancrazio, dove erano ospiti dallo scorso mese di gennaio, le figlie Sabadi e Sandani, di 11 e 3 anni, trovate senza vita nel loro letto. Troppi gli interrogativi in cerca di una risposta. La donna in passato aveva più volte denunciato il marito, il padre delle due bambine, ma tutte le accuse nei suoi confronti sarebbero risultate infondate.

Ma della donna, da ieri, non c’è traccia, nonostante le ricerche con elicottero, unità cinofile, vigili del fuoco, droni in volo: si è cercato nelle campagne intorno alla struttura di Porto San Pancrazio, nell’Adige, nei canali. Niente, come sparita nel nulla. Sospese nella notte, le ricerche sono ricominciate nella mattinata di oggi, mercoledì.

Nel frattempo gli inquirenti cercano di fare luce sulla vicenda, provano a ricostruire le ultime ore di vita delle due piccole. Le bimbe sono state trovate nel loro letto, apparentemente senza ferite e senza segni di violenza. Sarà l’autopsia a stabilire le cause della loro morte. Nella stanza, l’unica cosa fuori posto era una finestra aperta, che dà sulla campagna circostante. L’ipotesi è che la madre possa essere uscita da lì. Ma per andare dove?

Aggiornamento.

La borsa della mamma delle due bimbe uccise nella Casa accoglienza è stata ritrovata in riva all’Adige, dalle parti di Porto San Pancrazio, non lontano dalla casa teatro della tragedia. Nella borsa c’era ancora il telefono cellulare della donna. Il ritrovamento avvalora l’ipotesi che la donna possa essersi gettata nelle acque dell’Adige dopo aver ucciso nel sonno le due figlie. Le ricerche intanto proseguono.

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