La lotta al traffico illegale di cuccioli di ghepardo passa dal Parco natura viva

Il traffico della morte dei cuccioli di ghepardo: al Parco natura viva la presentazione dei dati e della nuova riserva-rifugio in Somaliland.

Dalla savana all’auto di lusso dello sceicco, attraverso il Somaliland: è la rotta dei traffici illegali dei cuccioli di ghepardo, presentata con numeri ed itinerari in occasione della Giornata internazionale del ghepardo al Parco natura viva di Bussolengo dal Cheetah conservation Fund. Il commercio illegale di questa specie sta conducendo verso l’estinzione il mammifero più veloce della Terra, rimasto in natura a sopravvivere con circa 6700 esemplari.

Per questo motivo durante l’evento è stata annunciata la costruzione di una nuova riserva-rifugio di 800 ettari in Somaliland, destinata a ospitare gli esemplari intercettati dalle autorità prima dell’attraversamento del Golfo di Aden. Dall’Italia è partito un contributo importante, sotto forma di attrezzature veterinarie e un tavolo operatorio.

Dal 2017 4mila esemplari oggetto del traffico illegale.

“Con una media di due al giorno”, spiega Elisabetta von Hoenning, presidente del Cheetah conservation Fund Italia, “i cuccioli vengono strappati alla madre uccisa in Etiopia, Kenya o Sudan. Anche a due-tre settimane di vita, vengono rinchiusi in una scatola e trasportati per giorni in condizioni molto spesso fatali, fino alla costa del Somaliland. Lì vengono imbarcati alla volta dello Yemen, porta d’accesso della penisola arabica, oltre la quale vengono piazzati specialmente in Arabia Saudita, Qatar e Kuwait, a cifre che superano i 10mila dollari”.

Un anno in media è quanto riesce a resistere un ghepardo tra feste al guinzaglio e aperitivi in salotto, prima di morire spesso a causa di infezioni gastriche. Dal 2017, si sono contati circa 4mila esemplari oggetto di commercio illegale, la maggior parte dei quali nella penisola arabica non sono nemmeno riusciti ad arrivarci.

“Ecco perchè”, fa eco Katia Dell’Aira, responsabile del settore educativo del Parco natura viva, “il governo del Somaliland ha affidato al Cheetah conservation Fund di Laurie Marker (già famosa come “la donna che sussurra ai ghepardi”) gli 800 ettari che a partire da febbraio, costituiranno un vero e proprio rifugio per i cuccioli. Tra pochi mesi, anche grazie all’Italia, questo sarà realtà”.

I ghepardi al Parco natura viva.

Mookane e Nero sono i due ghepardi ospitati al Parco natura viva, che vivono in un reparto di 6.250 metri quadrati. Dodici anni l’uno e otto l’altro, più saggio l’uno e più intraprendente l’altro, già attendono l’arrivo di Aaron e Achill all’inizio del nuovo anno per formare una nuova coalizione tra maschi, caratteristica tipica di questa specie.

A quel punto, il Parco Natura Viva ospiterà quattro dei 406 esemplari presenti in tutte le strutture zoologiche dell’associazione europea degli Zoo e degli Acquari. Si può comprendere l’importanza del loro patrimonio genetico se si pensa che si tratta dello stesso numero di esemplari oggetto di traffico illegale ogni anno tra Africa e Asia.

“Ci vorrà del tempo per la socializzazione con i nuovi arrivati”, spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione, “ma le coalizioni tra maschi sono una caratteristica peculiare di questa specie e ci auguriamo che con l’aiuto del saggio Mooki, anche Nero accetterà di buon grado i due giovani ghepardi”.

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