Guerra in Ucraina: “Basta armi. La libertà non si conquista ammazzando”

Una riflessione sulla guerra Russia Ucraina.

Guerra Russia Ucraina, basta armi. La libertà non si conquista ammazzando un vicino fastidioso o peggio. Eppure quasi tutti dicono che vogliono la pace. Ma molti sparano per difendere interessi di cui spesso non sanno niente o poco più. Vogliono la pace i russi, lo dicono gli ucraini, lo dicono i rappresentanti delle nazioni europee, e molti rappresentanti delle nazioni del mondo.

Eppure le guerre proliferano. Molti sparano, molti vendono armi, molti usano le armi e moltissimi armano uomini che non vorrebbero fare la guerra. I media e le menti lucide pensanti dicono che bisogna mandare a fare la guerra. Guerre solo di conquista. Ecco quindi che i governanti inducono a sparare contro il ”nemico” che poi a forza di essere sparato  diventa il nemico per davvero.

Una famosa canzone dice “sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora...” ma Piero non sa a chi spara, non lo conosce, mentre i nostri governanti sanno chi andrebbe sparato, ma fanno sparare idraulici e ciabattini  o ufficiali e impiegati che ammazzano su ordine, altri come loro. Poche voci libere parlano. Le voci che emergono sono,  in genere, vincolate. 

Radi interventi, ma liberi e autorevoli, dicono che il mondo deve porre fine a questa guerra. E tu lettore sentiti coinvolto con la frase di  Papa Francesco: “…con la guerra siamo tutti sconfitti! Tutti noi, in qualsiasi ruolo…” . Parole chiare  che secondo me includono l’accusa a chi manda armi e a chi le usa. In molti Paesi del mondo chi dà le armi a chi poi spara è responsabile. La storia insegna che quando uno non vuole la guerra deve trovare altri sistemi per risolvere i conflitti. Ecco allora che io qui invoco per i credenti l’Ordalia e, per i laici, il duello Orazi-Curiazi. Magari li scegliamo tra i governanti  favorevoli a mandare armi.

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