Soccorso alpino di Verona in festa.
Senso di appartenenza, spirito di squadra, commozione, spontaneità, trasparivano negli uomini del Soccorso alpino di Verona, che hanno festeggiato 50 anni di interventi e attività al Palazzo della Gran Guardia, di fronte a una platea gremita di spettatori. Familiari, amici, frequentatori della montagna sono tornati indietro negli anni, ripartendo da quel lontano 1971 degli inizi e ripercorrendo assieme ai protagonisti l’evoluzione associativa, dalla tecnologia dei mezzi all’incremento del numero delle emergenze nei territori di Lessinia, Monte Baldo e Carega.
Cinque decenni, ognuno legato a uno strumento del mestiere – il primo telefono con la cornetta, il cercapersone, il grande cellulare con valigetta, la prima radio, il Next (presidio sanitario), il pc con Sms locator applicazione di geolocalizzazione – e a una parola simbolo: passione, servizio, prevenzione, evoluzione, tecnica, efficienza, sempre collegate a sicurezza. Sul palco le testimonianze dei vecchi soccorritori fino ad arrivare ai nuovi, raccolte nelle interviste filmate e riunite in cinque emozionanti video. A trasportare il pubblico nella memoria l’attuale capo della stazione scaligera Alberto Corà assieme alla giornalista di Telearena Elisabetta Gallina.
Una carrellata di ricordi dei 116 volontari, con un saluto speciale a chi non c’è più, e la forte sottolineatura del fondamentale legame operativo con la stazione speleo veronese. Hanno portato il loro saluto, oltre ai vertici regionali, il presidente nazionale del Cnsas Maurizio Dellantonio, l’assessore comunale Marco Padovani, l’assessore provinciale Alberta Bighelli, il direttore del 118 di Verona Adriano Valerio. Coordinatore della serata, l’ex segretario del Soccorso alpino Marco Urbani, che ha curato inoltre la pubblicazione del libro del cinquantennale ‘Noi ci siamo’, pubblicato da Montura editing. Montura è stata assieme a Agsm Aim, sponsorizzatrice dell’evento.
Al termine della serata una copia del libro è stata donata a tutti i presenti in sala, che hanno potuto osservare attrezzatura e immagini, nella mostra allestita nelle due sale esterne.