Sgomberi, attacco da sinistra al Comune: “Come Tosi e Sboarina”

Attacco dalla sinistra radicale di Verona all’amministrazione comunale dopo lo sgombero di Adige Dock’s. La replica dell’assessora.

E’ un attacco in piena regola, durissimo, quello sferrato dalla sinistra radicale veronese contro l’amministrazione comunale, dopo lo sgombero di Adige Dock’s dei giorni scorsi. A firmarlo, nero su bianco, Circolo Pink LGBTE Verona, Osservatorio Migranti Verona, Rifondazione Comunista Verona, Laboratorio autogestito Paratod@s, Alberto Sperotto, Non Una di Meno Verona.

“L’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi – scrivono – rivendica con un comunicato sul sito del Comune di Verona l’ultimo sgombero effettuato  da parte della polizia locale, definito “brillante operazione”. C’è un cambio di rotta nella comunicazione da parte dell’amministrazione Tommasi, ora si rivendicano gli sgomberi con comunicati stampa istituzionali. Una modalità simile a quella della giunta Sboarina, quando si portavano addirittura i giornalisti a filmare e si metteva pubblicamente la sicurezza al centro dell’azione politica, come anche in precedenza Tosi”.

“Molto più simile alla destra che alla sinistra”.

“Dove avrebbero potuto andare – continuano – a dormire questi ragazzi se i dormitori sono pieni? e a breve 80 persone, molte di queste gravemente vulnerabili, saranno escluse dai dormitori e diventeranno destinatari di verbali e Daspo. Forse da riqualificare c’è invece la visione della città. Per renderla capace di accogliere e di creare occasioni di lavoro e regolarizzazioni, per non spingere sempre più persone nell’invisibilità e nella precarietà”.

“Ci chiediamo – concludono – quale sia il progetto politico di questa amministrazione, che da una parte è pronta ad aprire tavoli sull’accoglienza e a mostrarsi aperta su altre questioni, in primis quella Lgbt, ma dall’altra sembra non riuscire a spostarsi da una modalità di azione molto più vicina alla destra che alla sinistra. Il rischio è che chi sta ai margini non avrà altra possibilità che spostarsi ulteriormente verso l’invisibilità e vivere di espedienti”.

La replica dell’assessora Zivelonghi.

“Essere un’amministrazione che apre tavoli di dialogo e confronto con realtà prima precluse – replica l’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi – è cosa ben diversa da legittimare la presenza di persone dedite a reati in un luogo che già è stato teatro di episodi violenti e in condizioni igieniche negative. Il che, nello stato attuale, costituisce un potenziale rischio per i cittadini. Le situazioni di marginalità sono analizzate e affrontate, e non vanno confuse con quelle di illegalità e rischio per la comunità”.



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