Tommasi-Massignan, botta e risposta al veleno: “Dovevo farti assessore?” “Non avrei accettato”

Botta e risposta al veleno tra il sindaco di Verona Damiano Tommasi e il rappresentante di Veronapolis Giorgio Massignan.

Un botta e risposta al veleno quello tra il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, e il rappresentante dell’osservatorio Veronapolis Giorgio Massignan. Uno scambio che nasce dopo molte sollecitazioni, per così dire, rivolte ai piani alti di palazzo Barbieri proprio da Veronapolis, delusa dall’atteggiamento e da alcune scelte, specie in materia urbanistica, dell’amministrazione comunale.

Al punto che alla fine Tommasi decide di replicare stizzito non poco, sentendosi chiamato in causa dalle accuse di non aver voluto o potuto segnare una netta discontinuità, su alcune scelte cruciali per la città, con le precedenti amministrazioni di centrodestra. Una replica “privata”, quella del sindaco (“Non sono mai intervenuto pubblicamente – scrive – e non ritengo al momento di farlo non avendo motivo per rispondere alle ripetute provocazioni”), che però è lo stesso Massignan a rendere pubblica.

Tommasi: “Avrei dovuto scegliere Massignan come assessore?”

“Mi spiace si metta il dubbio che alcune scelte del sindaco siano state fatte da altri, forse avrei dovuto scegliere Giorgio Massignan assessore all’urbanistica e avremo avuto meno polemiche? – è l’affondo, deciso, del sindaco -. Avremmo evitato quella continuità che preoccupa? Se così fosse mi prendo la responsabilità di aver scelto diversamente e, viste le illazioni (che ritengo offensive) sulle scelte, sono contento siano andate come sono andate”.

“Sulla continuità – aggiunge poi Tommasi – ne potremo parlare a lungo ma non avendo vissuto le precedenti amministrazioni ho meno elementi per poterne valutare la reale consistenza”.

Massignan: “Se mi avesse chiesto di entrare in giunta, avrei rifiutato”.

Inevitabile, a questo punto, la risposta di Massignan: “Mi sarei aspettato, da un sindaco di Verona, delle risposte sui contenuti e non attacchi alla mia persona. Da questo, debbo dedurre che non ha argomenti in grado di ribattere alle mie osservazioni, sempre basate sul merito”.

E poi, l’attacco frontale: “Se si accetta di candidarsi a sindaco di Verona, si deve essere consapevoli del compito che comporta, conoscere la storia, le necessità e i bisogni della propria città e le risposte che offre il territorio, non è sufficiente circondarsi da un cerchio magico di pretoriani che la “consigliano”.

Infine, la replica alle accuse di risentimento personale: “Lei mi accusa di risentimento personale per non essere stato scelto quale assessore alla pianificazione del territorio. Ebbene, le note che ho inviato a lei e alla sua giunta sono dello stesso tenore di quelle che avevo spedito, a suo tempo, alle amministrazioni Sironi, Zanotto, Tosi e Sboarina. Anzi, quelle erano forse molto più dure. E Le assicuro che, se mi avesse chiesto di entrare nella sua giunta, l’avrei ringraziata ma non avrei accettato”.

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