Un Servizio dipendenze in via Germania a Verona, la scelta fa discutere

Servizio dipendenze accentrato in via Germania, Bigon: “Garantire convivenza tra residenti e utenti: la Regione cosa fa?”.

Fa discutere la scelta della Regione di accentrare il Servizio per le dipendenze nella sede di via Germania: sono infatti molteplici le segnalazioni dei cittadini che denunciano “frequenti ritrovamenti di siringhe nei giardini pubblici e nei pressi delle scuole, nonché la presenza assidua di persone dedite allo spaccio e al consumo di droghe”.

E’ quello che riporta l’interrogazione della consigliera regionale del PD Veneto, Anna Maria Bigon, sottoscritta dai colleghi Andrea Zanoni e Francesca Zottis: “La decisione ha determinato un aumento significativo del numero di persone che necessitano quotidianamente dell’assistenza offerta. Questo ha causato notevoli problematiche nella zona. La Regione intende intervenire per favorire il decentramento del Ser.d. presso altre strutture della città e della sua cintura, in modo da favorire una migliore convivenza tra i cittadini e gli utenti?”.

“Riprogettare il servizio”.

Nel testo si rileva che “essendo i farmaci per i pazienti distribuiti solitamente alle ore 7:30, i residenti segnalano una presenza continua di utenti, spesso in stato di forte difficoltà, nei pressi di piazza Brodoloni, dalla mattina fino ad almeno il primo pomeriggio, proprio in una zona in cui insistono tre plessi scolastici: l’Asilo nido ‘Il cucciolo’, la scuola dell’infanzia ‘Bacchiglione’ e la scuola primaria ‘Leonotti’, oltre alla scuola dell’infanzia e primaria dei Ciliegi, proprio in via Germania”.

I consiglieri ricordano inoltre che nel marzo 2021 il Consiglio della 4a circoscrizione di Verona aveva approvato un ordine del giorno con il quale si chiedeva, anche alla Regione Veneto, di ‘riprogettare il Servizio per le dipendenze, decentrandolo in varie strutture sul territorio veronese, al fine di accogliere piccoli gruppi di utenti per avviare un modello di cura più efficace e meno impattante sui quartieri coinvolti’.

Si chiedeva inoltre di ‘valutare modalità alternative di somministrazione del metadone ai pazienti’ per evitare la circolazione della sostanza nei quartieri limitrofi e di ‘valutare l’organizzazione di fasce orarie di somministrazione che tenga conto degli orari dei vicini istituti scolastici al fine di diminuire la possibilità di interazione tra gli utenti di queste realtà’.

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