Quinto appuntamento per l’incontro tra Coldiretti e il Consorzio per la tutela dei Vini veronesi

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All’incontro si è parlato di analisi del mercato, scende vendemmiali e cambiamento climatico

Nella sede del Mercato Coperto di Campagna Amica in Galleria Filippini, nei giorni scorsi si è svolto il confronto tra presidenti, direttori e tecnici di nove consorzi di tutela del vino veronese presenti. Oltre ai consiglieri regionali Alberto Bozza e Enrico Corsi, erano presenti anche il presidente di Coldiretti Verona, Alex Vantini, il direttore di Coldiretti Verona, Giuseppe Ruffini e Domenico Bosco, responsabile dell’ufficio vitivinicolo nazionale di Coldiretti.

Coordinati dal Responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Veneto, Giancarlo Vettorello, gli interventi hanno dimostrato la comune volontà di far fronte a una situazione a dir poco avversa per garantire la presenza del vino veronese su tutti i mercati nazionali e di oltre confine. L’imprevedibilità delle condizioni meteo rende sempre più faticoso stabilire regole certe e compiere scelte solide in vigneto e in cantina. L’abilità di imprenditori vitivinicoli e di enologi diventano ancor più determinanti per ottenere le eccellenze che da tempo tutto il mondo riconosce, obiettivo dell’incontro è stato quindi tracciare l’andamento del mercato, conoscere e condividere le scelte per la vendemmia ormai alle porte.

Sono vari i dati emersi dall’incontro: dai quelli sul volume della produzione che ha registrato un calo del 4,4% ma che è stato contrastato dall’aumento del valore del 3%, all’export che registra poi un calo dell’1% a fronte però di un aumento del valore del 2%.

Il presidente di Coldiretti, Alex Vantini, ha sottolineato come il cambiamento climatico sia il filo rosso che preoccupa tutti i consorzi, oltre ad affrontare anche l’obbligo a ridurre del 50% l’utilizzo di fitofarmaci entro il 2030 sentendosi dire dall’Europa che il vino non è poi un prodotto così importante.

Gli interventi degli esponenti dei Consorzi

Sono stati diversi gli esponenti del settore che sono intervenuti e che hanno dimostrato la comune volontà di far fronte a una situazione a dir poco avversa per garantire la presenza del vino veronese su tutti i mercati nazionali e di oltre confine.

Alberto Marchisio, vice presidente del Consorzio del Custoza ha dichiarato: “Dopo alcuni anni di calo ora registriamo un +5% di imbottigliamento anche grazie al nuovo disciplinare che mantiene di anno in anno invariata la capacità produttiva”. “Il consorzio – ha continuato – si è dato molto da fare per una promozione volta all’internazionalizzazione del Custoza perché il mercato nazionale non è più un bacino sufficiente per la nostra denominazione”. “Ad oggi possiamo solo prevedere che ai costi certi relativi a vetro ed energia se ne aggiungeranno di nuovi per la cura delle vigne”.

Fabio Dei Micheli, presidente del Consorzio del vino Bardolino, ha posto l’attenzione sulle attività messe in atto dal Consorzio: “L’intento è quello di incentivare una viticoltura sostenibile con premialità rivolte agli imprenditori che adottino sistemi green in vigneto anche tenendo conto che il nostro è un territorio fortemente vocato al turismo”. “Dopo il rilancio del Chiaretto degli ultimi anni, – ha proseguito- lavoreremo a quello del Bardolino, un vino che pure complesso ed elegante, interpreta pienamente una nuova bevibilità in linea con le esigenze dei consumatori internazionali”.

Igor Gladich è intervenuto in qualità di Direttore del Consorzio del Soave: “La nostra denominazione è molto complessa e vive di fenomeni contrastanti trovandosi su un territorio per una parte pianeggiante e per l’altra collinare. Il nostro consorzio lavora per l’equilibrio di mercato, avendo come stella polare la qualità del prodotto. Quest’anno oltre alla riduzioni delle rese in vigneto, abbiamo concordato con i viticoltori di destinare per un biennio di 800 ettari verso altre produzioni per concentrare sul resto del vigneto Soave le cure necessarie a garantire una qualità eccellente. Una misura coraggiosa, che è l’inizio di un percorso condiviso di rilancio che abbiamo programmato con la nostra comunità produttiva. Ora si tratta di attendere di vederne i risultati”.

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