Verona prigioniera delle auto: quelle parcheggiate occupano 300 campi da calcio

Mobilità sostenibile e pianificazione urbana per diminuire l’inquinamento a Verona.

Mobilità alternativa e forestazione urbana; e ancora miglioramento del trasporto pubblico e uso del titanio sulle strade per assorbire gli inquinanti: sono i principali passaggi emersi durante il seminario promosso dalla commissione Ambiente dell’Ordine degli Ingegneri per combattere l’inquinamento e contribuire a migliorare l’aria di Verona e quella della pianura padana.

“Il nodo più grande di Verona è senza dubbio quello della mobilità, che richiede un cambio di cultura radicale”, ha evidenziato la vicepresidente dell’Ordine, Anna Rossi. “La nostra categoria è protagonista nell’individuare soluzioni per contrastare l’inquinamento, a partire dall’elaborazione di una serie di buone pratiche, come quelle del recupero del calore da acciaierie per diffonderlo nelle abitazioni, specie là dove si utilizzano stufe a legna”.

“Servono azioni sul traffico e sul trasporto pubblico”.

Traffico, riscaldamento residenziale e agricoltura sono in cima alle fonti di inquinamento del territorio. “Le politiche sulla mobilità sono ancora troppo poco incisive”, ha fatto notare Chiara Martinelli, presidente di Legambiente Verona. “Servono azioni sul traffico, sulle ciclabili, e bisogna abbattere il consumo di suolo, specie quello legato alla logistica e tanto diffuso nella nostra provincia, che innalza i livelli di particolato”.

Stando a dati Arpav, a Verona stanno progressivamente diminuendo le medie di concentrazione di inquinanti nell’aria durante l’anno, ma i superamenti dei limiti giornalieri continuano a sforare il limite dei 35 giorni all’anno. Borgo Milano e San Bonifacio, dove vi sono le centraline di traffico, registrano i principali picchi di ossidi di azoto della provincia.

Gli spostamenti a Verona avvengono per il 70% dei casi in auto, superando la media del 65% a livello nazionale, che si contrae al 33% in Europa. “Per il 95% del tempo della loro vita le auto stanno ferme”, evidenzia Francesco Seneci, CEO e direttore Tecnico Netmobility Srl. “A Verona le auto ferme sono pari a 300 campi da calcio e dobbiamo iniziare a trattare il trasporto pubblico locale come un servizio pari alla sanità, gratuito o a basso costo, e al contempo ridurre l’offerta delle sosta e aumentare le zone 30”.

“Unire le forze con i comuni veneti”.

L‘assessore all’ambiente, Tommaso Ferrari, punta a favorire la mobilità alternativa, e a unire le forze con i comuni veneti per reclamare maggiori contributi regionali per il trasporto pubblico, a fronte di una Lombardia che li ha quasi raddoppiati. “Prevediamo l’implementazione di zone 30 con sostanziali modifiche alle strade. Il filobus sarà solo il punto di partenza, va ampliata la ciclabilità e installeremo 250 punti di ricarica elettrica.

Il contributo degli alberi in città dipende dalla tipologia delle piante e dalla densità che occupano. In un paio di mesi approcceremo la pianificazione urbana considerando il verde come strategico. Mappare la situazione attuale di isole di calore e altri bio indicatori ci porterà a meglio comprendere come e dove intervenire”.

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